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Giamaica, ora è allarme criminalità Per i turisti il coprifuoco è nei resort

La raccomandazione delle ambasciate. Ma la Farnesina tace

Giamaica, ora è allarme criminalità Per i turisti il coprifuoco è nei resort

Bob Marley, Usain Bolt, Merlene Ottey, ma anche, purtroppo, traffico di droga e una criminalità che stanno mettendo in ginocchio il paese. La Giamaica corre ai ripari e manda in strada l'esercito per preservare il turismo dal crimine diffuso. Kingston somiglia alla Medellin fine Anni Ottanta, sparatorie, accoltellamenti e rapine sono all'ordine del giorno (550 i morti nel 2017). L'isola ha un tasso di omicidi che la porta al 5° posto nel mondo. Furti, aggressioni e violenze sessuali contro i viaggiatori sono regolarmente denunciati. Nei principali luoghi turistici gli stranieri sono assistiti dalla Tourist Police, che non sembra purtroppo adeguata alle reali esigenze. Per queste ragioni il ministero degli Esteri britannico ha diramato uno stato di allerta rivolto ai turisti connazionali presenti in alcune zone nord-occidentali della Giamaica, spiegando che è opportuno rimanere all'interno dei rispettivi resort e di utilizzare solo mezzi di trasporto autorizzati in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza nell'area di Montego Bay.

Il coprifuoco riguarda la municipalità di St. James Parish, che comprende la famosa area turistica, e fa seguito a un'importante operazione militare nella regione, in risposta a una recente ondata di sparatorie avvenuta nella zona. Mercoledì scorso il primo ministro Andrew Holness era apparso in televisione promettendo nuove e drastiche misure anti-crimine. Poche ore dopo il ministro degli Esteri inglese Boris Johnson diramava un comunicato d'allerta, aggiungendo che «i transfer da e per l'aeroporto Donald Sangster e le escursioni verranno rilasciati solo se accompagnati da tour operator certificati o dal personale degli hotel e dei resort». Ricordiamo che sono circa 200mila i cittadini britannici che visitano la Giamaica ogni anno, attratti da Montego Bay, dai suoi resort di lusso e dalle spiagge di sabbia.

A quelle latitudini però quella sensazione di paradiso terrestre sta sfumando rapidamente. La Jamaican Posse, la mafia locale, detta legge. Basti pensare che quando il governo giamaicano accettò di estradare negli Stati Uniti Michael Christopher «Dudus» Coke, il narcotrafficante più pericoloso dell'isola, la gang di Dudus mise a ferro e a fuoco Kingston, costringendo la polizia a evacuare donne e bambini. «Dudus» è in manette da otto anni, ma le gang continuano a insanguinare l'isola. Il premier Holness, affermano fonti locali, ha presieduto domenica mattina una riunione di governo «in un clima di preoccupazione», mentre il leader dell'opposizione, l'ex primo ministro Portia Simpson-Miller, si e detto allarmato per il fatto che il governo non abbia reagito in modo più deciso, decretando il coprifuoco, «un mese fa, quando la situazione era in parte ancora gestibile. Oggi siamo all'anarchia».

Proprio due giorni fa il nostro ambasciatore a Kingston, Armando Varricchio, aveva incontrato Holness per rafforzare i rapporti tra i due Paesi, ma la Farnesina, al momento, non ha aggiornato il suo sito sull'allarmante situazione dell'isola.

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