Cronache

Da Gianni a Donatella il grande stile di una dinastia

Fratelli, complici, amici hanno creato dal nulla un impero che ha conquistato tutto il mondo

Da Gianni a Donatella il grande stile di una dinastia

In principio era Gianni e Gianni era presso Apollo, dio delle arti, della musica e della conoscenza. Gianni era e sempre rimarrà l'Apollo della moda italiana. La storia della famiglia Versace si può raccontare anche così, parafrasando senza alcun intento blasfemo il primo bellissimo verso del Vangelo di San Giovanni. Non esiste infatti libro, film e tantomeno l'orrenda serie televisiva di American Crime Story che abbia potuto spiegare l'impatto estetico travolgente di quest'uomo e del suo entourage. Gianni nasce nel dicembre 1946 a Reggio Calabria. E' il terzo dei quattro figli di Antonio e Francesca Versace. La prima figlia, Tina, muore per un tragico caso di malasanità ad appena 12 anni. Poi c'è Santo, il più solido e posato dei fratelli, quello che smette di studiare giusto il tempo per andare a tirare giù la saracinesca del negozio materno in via Tommaso Gulli 13. Poi torna sui libri e in men che non si dica prende una laurea in economia e commercio. Donatella nasce nel 1955 ed è la piccola di casa ma anche un gigante di coraggio fin dalla più tenera età. Si ribella alla madre che non le permette di andare a scuola con gli occhi truccati, la minigonna e le scarpe con la zeppa altissima. Gianni è il suo complice perfetto: distrae la mamma mentre la sorella sgattaiola fuori di casa. Nessuno lo può fare meglio di lui che sta prendendo un prudente diploma da geometra ma ha come un fuoco dentro e quel fuoco si chiama moda. Fin da bambino Gianni Versace disegna abiti bellissimi ma un po' troppo corti e scollati per i gusti della maestra che convoca la madre chiedendole di rimproverarlo a dovere. Francesca se ne guarda bene: quei disegni affascinano anche lei che di vestiti se ne intende. Gianni diventa il suo braccio destro, si occupa degli acquisti per la boutique e in questa veste comincia a frequentare Milano. Qui incontra Arnaldo Girombelli, un imprenditore illuminato che gli chiede una consulenza stilistica per due linee prodotte dalla sua azienda: Genny, Complice e Callaghan. Siamo nel 1975, i famigerati anni di Piombo. Al Pitti bisogna chiudere lo stand per l'eccessivo numero di visitatori: la gente letteralmente impazzisce per quelle strepitose creazioni. E' un momento bellissimo per la famiglia Verace. Donatella sta studiando lingue all'università di Firenze, Santo e Gianni sono a Milano a lavorare, Francesca continua la sua vita di sempre a Reggio Calabria. Per fare degli accertamenti medici si fa ricoverare in una clinica di Modena. L'accompagna Santo. Gianni arriva da Milano con un grande mazzo di fiori per lei e uno per Donatella che giusto quella mattina ha dato con successo un difficile esame. I tre fratelli si ritrovano a piangere quella madre formidabile ed è la seconda grande tragedia che superano insieme, uniti e diversi come le dita di una mano. Siamo agli inizi del 1978, l'anno del delitto Moro, un anno pesantissimo per tutti. Gianni decide comunque di fondare un brand che porta il suo nome e i due fratelli lo affiancano. Sceglie un logo che ad altri avrebbe fatto paura: il volto di Medusa, l'unica delle Gorgoni a non essere immortale. Secondo le leggende viene infatti decapitata da Perseo, ma è la più efficace delle tre nel trasformare in pietra chi la guarda. Ecco lo stile di Gianni Versace ha pietrificato il mondo della moda per anni. Certe sfilate sono indelebilmente incise nella memoria di chi lavora in questo settore, fanno parte come certe opere d'arte del nostro patrimonio culturale. Poi c'è il rapporto con Donatella che è molto più di una sorella: amica, musa, complice, braccio destro, pungolo continuo e inesorabile di un'inesauribile creatività. All'inizio tra di loro i fratelli usano qualche parola in calabrese. Mintace i tappinedde è una frase che gli abbiamo sentito dire in un backstage e per fortuna con noi c'era un ragazzo di Cosenza che ha tradotto alla vestiarista inginocchiata davanti alla modella Han detto di metterle le scarpe basse. Poi Donatella comincia a lavorare duramente su se stessa diventando quel che è oggi: un'icona internazionale. Conosce e frequenta le star di tutto il mondo, ha un successo pazzesco accanto al fratello e per conto suo. Si sposa con Paul Beck, un aitante modello americano. Hanno due figli, Allegra e Daniel. La primogenita, bionda e bellissima, è la cocca dello zio che arriva a farle fare una mini Kelly da Hermès per il primo giorno di scuola. La griffe della Medusa miete successi incredibili compreso quello di trasformare la goffa principessa del Galles in Lady Diana. Siamo nel 1997, manca solo un anno al ventennale del brand. Gianni ha lottato e superato una rara forma di tumore all'orecchio. Santo sta trattando cose grossissime: una fusione a caldo con la Gucci di Domenico De Sole e Tom Ford oltre alla quotazione in Borsa. Arriva l'estate e in quel luglio bollente succedono due cose che in seguito faranno parlare di premonizione. A Firenze nella scena finale di Barocco Belcanto spettacolo-sfilata con la regia di Maurice Bejart. Naomi Campbell si volta per errore verso il punto da cui sta uscendo Gianni per raccogliere gli applausi. Ha una pistola in mano perché deve fingere di sparare a un ballerino. In tutte le inquadrature televisive del mondo sembra stia sparando al grande stilista. Una settimana dopo a Parigi lui presenta la sua ultima fantasmagorica collezione di alta moda. Su ogni modello c'è una croce dipinta, ricamata, intarsiata: una meraviglia da rivedere proprio in questi giorni nella mostra Heavenly Bodies in corso al Metropolitan Museum di New York. Nella foto finale le modelle assiepate intorno a lui sembrano un bellissimo e scintillante cimitero. Una settimana dopo, la mattina del 15 luglio, Andrew Cunanan lo uccide. E' uno shock e un dolore senza precedenti tranne solo la morte di John Lennon davanti al Dakota Residence di New York. Da quel momento in poi succede di tutto. Donatella prende in mano le redini creative della maison. Lotta contro l'anoressia che ha colpito la sua bellissima bambina che ha saputo della morte dello zio adorato dalla televisione. Lotta contro la paura di sbagliare perchè il confronto con il fratello schiaccerebbe chiunque. Lotta contro la dipendenza dalla cocaina. Lotta con le banche e gli amministratori delegati che si susseguono perchè nel frattempo viene aperto il testamento e si scopre che l'erede universale di Gianni è Allegra. Santo ha il 30 per cento. E Donatella il 20. Da ieri lo scenario è totalmente cambiato. Pare che Donatella resti e noi lo speriamo con tutto il cuore.

Ma prima durante e dopo tutta questa storia resta una grande e solida famiglia italiana.

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