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Il giglio magico spunta a Roma e mette le mani pure su Acea

La partecipata del Campidoglio prepara un'infornata di nomine renziane. Il direttore dell'Unità in pole per le relazioni istituzionali

Il giglio magico spunta a Roma  e mette le mani pure su Acea

Gian Maria De FrancescoRoma C'è una società quotata che ha un socio molto «forte» sebbene non ne possieda nemmeno un'azione. Si tratta di Acea, la multiutility del Comune di Roma. Il Campidoglio possiede il 51% del capitale, ma da qualche tempo a questa parte l'azienda, secondo alcuni bene informati, parrebbe essersi trasformata in una vera e propria enclave romana del «giglio magico» renziano.Merito dell'amministratore delegato Alberto Irace, proveniente dalla toscana Publiacqua, partecipata da Acea e dai suoi partner francesi di Suez e nel cui cda sedeva - nella sua vita precedente - il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. Ebbene, mentre Roma è amministrata da un commissario in attesa delle prossime elezioni per il sindaco, in Acea continuano le grandi manovre. L'ad Alberto Irace ha deciso di riorganizzare ulteriormente le strutture interne raggruppando la direzione «Relazioni esterne e Comunicazione» con quella «Relazioni istituzionali». La circostanza ha creato non poco sconcerto nel management della società non tanto perché ogni riorganizzazione porti con sé un valzer di poltrone, ma soprattutto perché sarebbe stato l'ad a decidere su un'area sotto la responsabilità (come nella maggior parte delle quotate) del presidente Catia Tomasetti, nominata dall'ex sindaco Ignazio Marino. La nuova superdirezione per le relazioni esterne e istituzionali avrà, ovviamente, bisogno di un dirigente ad hoc in quanto, per caso o per fortuna di Irace, il responsabile delle relazioni istituzionali, Stefano Porro, sta per lasciare l'azienda per passare ad Aeroporti di Roma del gruppo Atlantia. Dal cilindro dei consulenti di McKinsey sarebbero, secondo fonti bene informate, già usciti due nomi: Carlotta Ventura, Senior Vice President Brand Strategy & Media di Telecom, ed Erasmo D'Angelis, l'attuale direttore dell'Unità nonché collaboratore di Renzi a Palazzo Chigi. Il fatto che i due nominativi siano trapelati potrebbe anche preludere all'intenzione di «bruciarli», ma soprattutto il nome di D'Angelis è indicativo di come la presa renziana (ma anche Suez e Caltagirone, socio con il 15,8%, sono in ottimi rapporti col premier) su Acea sia molto forte al di là del peso azionario. Le spese dell'utility capitolina per pubblicità e sponsorizzazioni sono ammontate nel primo semestre 2015 a 2 milioni (3 milioni nel 2014), dunque un budget di tutto rispetto da gestire in un contesto sostanzialmente romano.Eppure Acea, in teoria, avrebbe altre priorità come l'annoso problema delle fatturazioni sbagliate con bollette stratosferiche inviate a ignari cittadini incolpevoli. Un problema che avrebbe già dovuto essere risolto grazie ai 50 milioni investiti nel nuovo software e, soprattutto, grazie ai 2,5 milioni garantiti al superconsulente americano John P. Kotter che, grazie alla storia del pinguino Fred, motiva i dipendenti alle trasformazioni aziendali.

Chissà se Fred è renziano pure lui.

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