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Gilet azzurri e mille gazebo Tajani: "Siamo l'Italia del sì"

Il vicepresidente di Fi presenta la mobilitazione al via oggi «In piazza con le nostre proposte: meno tasse, più lavoro»

Gilet azzurri e mille gazebo Tajani: "Siamo l'Italia del sì"

Mille gazebo in tutta Italia, 200 solo a Roma: Forza Italia festeggia oggi il suo primo quarto di secolo di vita, e lancia una mobilitazione straordinaria nel Paese.

A cominciare dall'Abruzzo, dove tra poco si vota e dove a L'Aquila («città simbolo, ferita dal terremoto») sarà presente Silvio Berlusconi, insieme al vicepresidente di Fi, Antonio Tajani. «Dopo 25 anni di battaglie politiche siamo ancora qui, e ci mobilitiamo come «gilet azzurri» su tutto il territorio per spiegare ai cittadini le nostre proposte e le nostre critiche al governo - spiega il presidente dell'Europarlamento -. Noi siamo l'Italia del sì: sì a meno tasse, alle grandi opere, al lavoro e alle imprese, si a un'Europa diversa».

E proprio Tajani, ieri pomeriggio a Roma, è stato protagonista di una sorta di confronto a distanza con il premier Conte: i due sono stati infatti gli ospiti di onore della giornata di apertura al congresso del Movimento Cristiano Lavoratori. Conte, che era andato per portare «un breve saluto» a nome dell'esecutivo, si è fatto prendere la mano e ha parlato per una cinquantina di minuti, decantando le magnifiche sorti e progressive del governo e delle sue «storiche riforme». Soffermandosi ovviamente, vista la sede del sindacato cristiano, sui provvedimenti riguardanti il lavoro: dal decreto dignità al reddito «di cittadinanza» a quota 100. Tutte scelte politiche che Tajani, intervenendo poco dopo, si incarica di smontare, ricordando la dura realtà dei numeri: dalle «decine di migliaia di posti di lavoro che si stanno perdendo», grazie al decreto dignità, ai «titoli italiani che in pochi mesi hanno perso 300 miliardi di valore», grazie alla linea di scontro furibondo con l'Europa scelta dal governo Conte sulla manovra, e poi totalmente ribaltata «al primo colpo di tosse di Juncker». Insomma, conclude tra gli applausi: «Erano partiti annunciando di voler spezzare le reni alla Grecia, e hanno fatto la stessa fine di quella famosa campagna.... Quanto al reddito, Tajani è in perfetta sintonia col presidente di Mcl, Carlo Costalli, che denuncia: «È molto preoccupante che stia passando la percezione che si privilegia l'assistenzialismo rispetto al lavoro». La sintonia tra ospite di Fi e padrone di casa è molto forte sul tema, tanto che c'è già chi parla di Costalli come di uno dei possibili candidati della società civile alle prossime europee, nelle liste azzurre.

Tajani non risparmia critiche anche alla Lega di governo: la «linea dura» sull'immigrazione, dice, va benissimo contro i trafficanti. Ma non si può «sventolare in tv rosari e vangeli senza averlo prima letto, il Vangelo. A quei cristiani che soffrono in Medio Oriente e in Africa, che fuggono da persecuzioni, guerre, carestie, possiamo davvero voltare le spalle?». Chiude a ogni ipotesi di «partito unico» ipotizzato da Toti e lancia il guanto di sfida ad un Salvini troppo spesso ostaggio dei Cinque Stelle: «Non realizzare la Tav significa isolare Torino, il Piemonte e l'Italia dal resto d'Europa - gli ricorda il vicepresidente di Forza Italia -. Significa fare un danno enorme a tutta l'Italia del Nord. La Lega prenda il coraggio di far cadere il governo se i 5 Stelle non vogliono realizzare questa grande infrastruttura».

E Tajani ricorda ben altri statisti: quando Cavour decise, nonostante le dure contestazioni dei «noTav» dell'epoca, di aprire il tunnel del Frejus, sottolinea ironico, «non perse certo tempo ad aspettare l'analisi costi-benefici, perché l'enorme prevalenza dei benefici gli era già chiara».

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