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Gilet gialli, 84mila sfilano in tutta la Francia. Numeri in crescita, violenze in diminuzione

Presenze raddoppiate, solo piccoli gruppi si sono scontrati a Parigi e Bourges

Gilet gialli, 84mila sfilano in tutta la Francia. Numeri in crescita, violenze in diminuzione

Ai tentativi del governo francese di criminalizzare il movimento, ricondurlo a gruppi di violenti e delegittimarne le rivendicazioni, i gilet gialli rispondono con una partecipazione massiccia al nono fine settimana anti-Macron: 8mila presenze a Parigi, 84mila in tutto il Paese. Numeri in crescita e violenze in diminuzione.

Solo piccolissimi gruppi di facinorosi si sono scontrati ieri con la polizia nella capitale e a Bourges, dove i casseur sono entrati in azione al termine di una mobilitazione pacifica di 7mila persone. Siamo nel cuore della Francia, 250 chilometri a Sud di Parigi. Simbolo dell'esodo delle ricchezze e del lavoro a vantaggio della capitale e dei suoi sobborghi.

Qui si sono dati appuntamento i portavoce del movimento per chiedere le dimissioni del presidente della Repubblica e l'introduzione di una democrazia diretta; opzioni ignorate dal governo che tergiversa sul dibattito lanciato da Macron, che domani scriverà una lettera ai francesi. Si aprirà martedì e «non metterà in discussione quanto fatto in 19 mesi», fa sapere il portavoce dell'esecutivo.

L'onda gialla riprende corpo, raddoppia quasi le presenze e istituisce un proprio servizio d'ordine. Il tentativo di isolare i violenti è in parte riuscito. A Bourges, nominata capitale «rurale» dei gilet gialli, la situazione è degenerata intorno alle 17 malgrado i divieti e le decine di camionette che bloccavano l'accesso al centro: 400 facinorosi hanno puntato la zona off limits. Lacrimogeni e bottiglie lanciate dai casseur. Una trentina i fermi. Teppisti minoritari anche a Parigi: 156 i fermi nonostante l'autorizzazione ad arresti preventivi data ai 5mila poliziotti mobilitati (80mila in tutto il Paese).

Il corteo dei «giubbotti» nella capitale è partito dal ministero dell'Economia alle 11, da Bercy, stazionando alla Bastiglia per raggiungere infine Place de l'Etoile in cima agli Champs-Elysees. Qui sono iniziati i tafferugli. Qualche lacrimogeno. Incidenti circoscritti a cui le forze dell'ordine hanno risposto con idranti e proiettili di gomma: 2 feriti. «La polizia è con noi» scandivano fino a quel momento i gilet pacifici, insieme a «Liberate Christophe», l'ex pugile che sabato colpì due gendarmi, «Benalla in prigione!» (l'ex bodyguard del presidente, ndr) e il consueto «Macron dimettiti!».

Più di 6mila «giubbotti» anche a Bordeaux, contro i 4.600 dello scorso sabato. La capitale della Nuova Aquitania si conferma una delle roccaforti del movimento e in serata qui è scoppiata l'unica vera guerriglia urbana. L'altra fortezza è Tolosa. Oltre 5mila hanno marciato pacificamente prima che pochi facinorosi si scontrassero con la polizia. Mobilitazioni anche a Lille, Calais e soprattutto a Le Touquet davanti alla villa del presidente: nuovo guanto di sfida a Macron.

La sua dichiarazione sul «senso dello sforzo» che mancherebbe ai francesi aveva fatto infuriare molti: «I problemi che sta attraversando la nostra società - ha detto venerdì - sono dovuti al fatto che troppi nostri concittadini pensano di poter ottenere» qualcosa «senza sforzo». I gilet hanno reagito striscioni in mano: «Ti stiamo cercando a casa tua». Piazze piene anche a Nantes (3mila), 2.500 a Rouen, dove sono stati aggrediti dei giornalisti di LCI, 1.500 a Caen e Strasburgo, un migliaio a Nîmes e Nizza. Rispetto all'Arco di Trionfo saccheggiato l'8 dicembre, vetrine e negozi distrutti o la ruspa con cui hanno sfondato un ministero la settimana scorsa, meno violenze. «Solo» 244 fermi, 20 feriti lievi e il 54% dei francesi che continua a sostenere la protesta. Due mesi dopo l'inizio.

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