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Gilet gialli, Francia nel caos: ruspa sugli uffici del governo

Torna la protesta in piazza: un agente preso a calci, turisti bloccati al Museo d'Orsay. Porta sfondata a un ministero

Gilet gialli, Francia nel caos: ruspa sugli uffici del governo

Parigi Guerriglia in tutta la Francia ieri per l'ottava mobilitazione dei gilet gialli, in aumento rispetto alla settimana precedente: 50 mila. Sempre più agguerriti e infiltrati da casseur vestiti di nero, intorno alle 16,30 un gruppo di 15 facinorosi sfonda il portone di un ministero con una ruspa, inaugurando a Parigi violenze in crescendo: 24 i fermi. Non solo auto e cassonetti incendiati come nei precedenti fine settimana di proteste anti-Macron. Ieri hanno attaccato la sede dei Rapporti con il Parlamento che ospita l'ufficio del portavoce del governo Benjamin Griveaux costretto a fuggire: «Agitatori, puntano all'insurrezione e a rovesciare l'esecutivo». Immediata l'evacuazione da parte della gendarmerie: «Hanno sfondato la porta utilizzando una scavatrice». Lacrimogeni della polizia anche a Beauvais, a nord di Parigi, e, nel sud del Paese, a Montpellier. Mentre il ministro dell'Interno Cristophe Castaner lancia un appello alla calma: «Rispettare la legge».

Due cortei ieri nella capitale: una marcia partita dal municipio all'Assemblea nazionale, un altro concentrato sugli Champs Elysées, entrambi dichiarati alla prefettura. Nell'edificio in rue de Grenelle, nei pressi del quartiere latino, un gruppo di facinorosi è riuscito a entrare nel cortile del ministero danneggiando i veicoli parcheggiati. Altri prendevano a calci un agente. Quasi 5 mila persone nella capitale. Almeno 50mila nel Paese: Bordeaux, Tolosa, Marsiglia tutte segnate da scontri. Incidenti a Rouen (due fermi e un ferito). Lancio di lacrimogeni anche a Caen e a Le Mans. Blocchi stradali a Nantes (2 mila persone), a Rennes (almeno in 200 radunati davanti al municipio danneggiando l'accesso principale). Paralizzata anche la A7 a Lione.

Ma cosa chiedono? Dopo la cancellazione dei rincari sul carburante, i gilet puntano al riconoscimento di un referendum di iniziativa civica, una delle proposte più votate nella consultazione lanciata dal Consiglio economico, sociale e ambientale (Cese) a metà dicembre, che si è conclusa venerdì. «Torneremo finché Macron non cederà». Il cosiddetto «Ric» permette di abrogare una legge, licenziare un politico, proporre un testo di legge e modificare la Costituzione. Tra i manifestanti, alcuni ieri sono stati colpiti con i cosiddetti flash ball dalla polizia, i proiettili non letali. Scontri anche a pochi passi dall'Assemblea Nazionale. Un video mostra un poliziotto preso a calci sul ponte pedonale Léopold Sedar Senghor.

Il 75% dei francesi è «scontento» dell'attività governativa (Odoxa). Ma i gilet gialli non si sono accontentati di scrivere a Macron prima dell'atto ottavo per chiedere chiarezza sul dialogo lanciato il mese scorso, quando il presidente della Repubblica parlò di Stato di emergenza economica e sociale. Vogliono una personalità nota e «pulita, senza condanne» che segua l'iter del Ric. Tuttora in carcere 216 gilet, arrestati tra il 17 novembre e il 17 dicembre.

Eric Drouet, uno dei leader, dovrà invece presentarsi in tribunale il 14 febbraio.

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