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Giorgetti affossa il reddito minimo: "Piace a un'Italia che non ci piace"

Il sottosegretario difende Conte e la manovra: "Dietro i decimali c'è scontro tra élite e popolo". Poi evoca il voto: "Se il governo cade, la parola torni al popolo"

Giorgetti affossa il reddito minimo: "Piace a un'Italia che non ci piace"

"Il nostro impegno dura nella misura in cui sarà possibile realizzare il contratto di governo". Al convegno Sovranismo vs populismo a Palazzo Giustiniani, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti lo mette bene in chiaro: "Quando non sarà possibile finirà, ma allora la parola torni al popolo perché senza il suo consenso un governo non può esistere". Per il momento, però, ha cercato di riportare tutti alla calma assicurando che il dibattito con l'Unione europea sulla manovra economica prosegue. "Dobbiamo aspettare ancora qualche ora - assicura il leghista - ma il fatto che vada avanti significa che tutte le parti vogliono trovare una soluzione".

Durante il convegno con la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, Giorgetti difende il premier Giuseppe Conte ("In Europa sta tenendo duro...") e l'impianto della manovra economica che in queste ore è frutto di una trattativa serrata con i vertici di Bruxelles. Tuttavia, è costretto ad ammettere che non tutto quello che è stato inserito dal governo gialloverde nella legge di Bilancio piace al Carroccio. In particolar modo, il reddito di cittadinanza. "Purtroppo - ha convenuto - il programma elettorale del Movimento 5 Stelle al Sud ha registrato larghi consensi probabilmente anche perché era previsto il reddito di cittadinanza". Questo, secondo Giorgetti, potrebbe aver orientato pochissimi elettori del Nord Italia. "Magari - ha poi sottolineato - è l'Italia che non ci piace ma con cui dobbiamo confrontarci e governare". Resta in Giorgetti la speranza che "la conformazione finale (della misura, ndr) possa produrre qualche risultato. Tuttavia - ha continuato - uno dei pericoli che vedo io è che rischia di alimentare il lavoro nero, in particolare al Sud".

Più in generale Giorgetti ha spiegato che lo scontro in Europa "non è sui decimali, ma su un governo che rischia di far saltare gli equilibri consolidati". "Dietro quei decimali si sta consumando uno scontro tra una Commissione in scadenza e un governo cosiddetto 'populista-sovranista'", ha continuato rigettando la tesi per il braccio di ferro sia sulla "contabilità" della legge di Bilancio.

"Più le élite in Europa e in Italia osteggiano questo governo - ha quindi concluso il sottosegretario leghista - tanto più il popolo simpatizza con esso".

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