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Il "giornalista" Di Maio denuncia i cronisti ma non paga l'Ordine

Iscritto all'albo dei pubblicisti, da 2 anni non versa le quote. Il caso della stampa «nemica»

Il "giornalista" Di Maio denuncia i cronisti ma non paga l'Ordine

Chi di elenco ferisce, di elenco perisce. Luigi Di Maio pubblica la lista di proscrizione dei giornalisti nemici del M5S ma finisce a sua volta in un'altra lista: quella dei giornalisti morosi. Prima di approdare ai piani alti della politica italiana, il leader pentastellato aveva intrapreso la carriera di cronista. Ora Di Maio figurerebbe nell'elenco dei morosi: sarebbero almeno due le annualità che il vicepresidente della Camera dei deputati pare non abbia ancora saldato. Sulla presunta inadempienza, Ottavio Lucarelli, presidente dell'Ordine dei giornalisti della Campania, non si sbottona: «Si tratta di dati sensibili».

Di Maio è iscritto all'Ordine dei giornalisti della Campania dal 4 ottobre 2007: il parlamentare grillino ha mosso i primi passi nel giornalismo con un settimanale locale, Paese Futuro, che ha sede a Pomigliano d'Arco, dove il numero due di Montecitorio vive. Poi il richiamo di Grillo è stato più forte del primo amore. Il rigido codice del M5S impone un limite di due mandati per deputati e senatori. Una regola ferrea cui nemmeno il leader in pectore dei grillini può sottrarsi. E infatti il vicepresidente della Camera dei Deputati - intervistato da Myrta Merlino a L'Aria che tira - ha chiarito che «farà un altro mandato in Parlamento e poi ritornerà al suo lavoro». Per riprendere, però, in mano penna e taccuino, l'enfant prodige del firmamento grillino dovrà fare un salto a Napoli per regolarizzare le quote associative all'albo dei pubblicisti. Di Maio sarebbe, dunque, un giornalista pubblicista moroso.

Ed è curioso che il presidente nazionale dell'Ordine Enzo Iacopino sia andato negli uffici della Camera dei deputati, e non il contrario, per farsi consegnare dal pubblicista Di Maio l'elenco dei giornalisti da mettere al bando. Una visita cui ha fatto seguito il silenzio dell'Ordine dei giornalisti sulla vicenda, almeno fino a quando lo stesso Di Maio non ha diffuso su Facebook i nomi dei giornalisti inseriti nella lista di proscrizione. «Faccio presente che la lista dei nomi dei giornalisti che secondo noi hanno danneggiato il Movimento Cinque Stelle mi era stata chiesta dal presidente dell'Ordine dei giornalisti attraverso un comunicato apposito», ha fatto sapere Di Maio. Iacopino ha quindi replicato: «Confermo, ho chiesto all'onorevole Luigi Di Maio di indicare specifiche responsabilità astenendosi da generalizzazioni che di fatto criminalizzano l'intera categoria giornalistica. Il problema non è la segnalazione all'Ordine di quanti il Movimento ritenga responsabili di un comportamento scorretto. Il problema deriva dalla diffusione dei nomi degli stessi che può, indirettamente, provocare azioni e reazioni che mi piace pensare siano estranee alla cultura del presidente Di Maio ma che i colleghi in troppe occasioni hanno potuto conoscere e hanno sofferto sulla loro pelle».

Se l'Ordine nazionale ha scelto di non replicare all'affondo del leader dei Cinque stelle, l'Ordine della Campania si è invece attivato e ha convocato in audizione il «giornalista» Di Maio per il quale sta valutando l'ipotesi di un deferimento al Consiglio di disciplina. «Le liste di proscrizioni sono inaccettabili», spiega il presidente campano Lucarelli.

E ancora: «Quelle del nostro iscritto Di Maio sono parole inopportune perché rappresentano una pericolosa invasione del potere politico nella libertà di informazione ma soprattutto perché arrivano da un rappresentante della nostra categoria».

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