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Quella giravolta M5S sulla votazione segreta

Come è cambiata la strategia grillina: nel 2013 il voto segreto era "bandito". Ma per affossare il Rosatellum va bene

Quella giravolta M5S sulla votazione segreta

Il fine giustifica i mezzi. Una delle più vecchie - e note - regole della politica è stata ormai assimilata pure dal Movimento Cinque Stelle. La dimostrazione? La giravolta sul voto segreto.

Come racconta La Stampa, contro il Rosatellum la compagine grillina ha chiesto a gran voce il voto segreto, nella speranza che i "franchi tiratori" affossassero la riforma della legge elettorale. Costringendo di fatto il governo a mettere la fiducia.

"Il voto segreto non ha senso, l’eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese", diceva nel marzo 2013 Grillo dopo il voto in Senato per la scelta del presidente. "Certo che siamo contro il voto segreto, ma siamo in emergenza democratica e useremo tutti gli strumenti possibili per opporci al Rosatellum", ammette ora candidamente il senatore M5S Giovanni Endrizzi.

Il fine giustifica i mezzi, appunto.

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