Politica

Giubilati ma truffati: 50 euro per una falsa attestazione

Fedeli e turisti vengono avvicinati da «bagarini» che vendono certificati di partecipazione. Peccato che siano carta straccia

Roma A una settimana dall'avvio del Giubileo della Misericordia, all'ombra del Cupolone giungono ogni giorno migliaia di fedeli, chiamati all'adunata per i prossimi dodici mesi. Ad accoglierli, però, non ci sono solo pastori e prelati.La scena nella piazza più famosa al mondo è quella dei grandi eventi. C'è fermento. Una coda di qualche centinaio di persone si dispiega dall'inizio di via della Conciliazione fino al colonnato del Bernini. Nella fila si trova di tutto: suore, scout, fedeli di ogni età, tanti stranieri. Zaino in spalla e macchina fotografica, divento anche io un pellegrino. I volontari in pettorina gialla disseminati in tutta l'area «santa» danno indicazioni a destra e a manca, ma nei pressi della folla vi sono anche altri «addetti ai lavori». Distinti, gentili, in giacca e cravatta e con indecifrabili tesserini appesi al collo, ad un occhio inesperto hanno tutta l'aria di far parte della grande organizzazione del Giubileo. Una coppia di anziani si rivolge ad uno di loro, che gli mostra dei biglietti per i Musei vaticani. In realtà in questi primi giorni il tempo di attesa in fila non è molto, ma i pellegrini non lo sanno e la corsia privilegiata fa sempre gola. Un altro misterioso signore mi avvicina, fingo di essere uno straniero che parla iun po' d'inglese. «Ha bisogno di aiuto?», chiede con cortesia. «Sì, alla fine del pellegrinaggio vorrei un attestato di partecipazione. Dove posso trovarlo?». «Possiamo farglielo noi - continua - abbiamo un ufficio in zona. Lei scriva il suo nome su questo foglio e noi glielo consegniamo stampato in pochi minuti. Il costo è di 50 euro». Rispondo che ci avrei pensato e mi allontano, ma non rischio. Ho appena avuto un incontro ravvicinato con uno dei truffatori che da alcuni giorni hanno cominciato a stazionare a Città del Vaticano. Dai modi cortesi, professionali e di bell'aspetto, puntano sull'apparenza e sono distanti anni luce dall'immagine tipica del bagarino italiano, ampliando i propri orizzonti di guadagno. D'altronde pochi giorni fa monsignor Fisichella l'avvertimento l'aveva lanciato: «Solo il dicastero vaticano è incaricato di attestare la presenza al Giubileo. Ogni altro attestato non è autentico». Ma non tutti devono averlo ascoltato. La carta, in effetti, viene emessa dall'info point ufficiale. Il metodo di iscrizione è praticamente identico a quello in salsa truffaldina, con una piccola differenza: l'attestato originale costa due euro. Proprio così, la certificazione venduta dai gentili signori ha un costo superiore di oltre venti volte. Ad oggi presso l'ufficio del pellegrino sono poco meno di 500 le richieste di certificazioni pervenute. Ma chissà in quanti saranno incappati nel raggiro e avranno sborsato una cifra esorbitante per un pezzo di carta senza alcun valore. E di questo passo rischia di alimentare un business parallelo o sotterraneo, questo Giubileo. Soltanto ieri sono state sequestrate 3500 false pergamene, tarocchi di benedizioni apostoliche con tanto di emblemi della Santa Sede e di fotografia di Papa Francesco, oltre ad una stamperia abusiva vicino il Vaticano. E lo stesso ministro dell'Interno Alfano ha annunciato che «negli ultimi sette giorni sono stati sequestrati 500mila prodotti contraffatti». L'annuncio arriva contestualmente alla preoccupante notizia diffusa da Federalberghi: a Roma si registra un 5% in meno di prenotazioni rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti.

Tra allarmi bomba, clima di paura e rischio sicurezza - problemi che riempiono le cronache ormai da settimane - sembra che gli unici a guadagnare davvero da questo Giubileo siano proprio i rivenditori abusivi di feticci religiosi.

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