Cronache

Il giudice dice sì all'eterologa: "È un diritto, non esistono ostacoli"

Accogliendo il ricorso di una coppia, presentato prima della sentenza della Consulta che ha abolito il divieto, il Tribunale di Bologna ha riconosciuto il diritto ad accedere all'eterologa e nell'ordinanza sottolinea che non c'è alcun vuoto normativo che impedisca di procedere in base alle regole della medicina e alla legislazione sanitaria vigente. La coppia aveva presentato ricorso perchè il centro medico a cui si era rivolta aveva opposto il rifiuto ad eseguire il trattamento, allora ancora vietato per legge. La sentenza della Corte Costituzionale, che ha fatto cadere il divieto di fecondazione eterologa, ha ovviamente cambiato il quadro di riferimento ed è «venuto meno l'ostacolo (altrimenti insuperabile in via interpretativa) all'accoglimento della domanda», si legge nell'ordinanza firmata il 14 agosto dal giudice Antonio Costanzo, prima sezione civile del Tribunale di Bologna.

Al di là dell'accoglimento dei ricorso, scontato dopo la pronuncia della Consulta, sono rilevanti le indicazioni con cui nell'ordinanza si motiva la decisione, stabilendo che la coppia può da subito accedere l'eterologa e escludendo che si sia determinata una situazione di vuoto normativo: non serve una nuova legge, dice in sintesi l'ordinanza di Bologna, ma semmai un decreto ministeriale di aggiornamento delle linee guida su alcuni aspetti specifici, come il numero delle donazioni e l'anonimato del donatore. Ma questo non impedisce di procedere nel concreto.

E perciò, stabilisce il giudice, «non si ravvisano ostacoli all'accertamento del diritto affermato dai ricorrenti», ossia quello di accedere all'eterologa.

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