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Il giudice si accanisce su Sallusti anche se è stato processato per errore

Non era direttore ed è stato assolto, ma il querelante in toga fa ricorso

Il giudice si accanisce su Sallusti anche se è stato processato per errore

Assolto per non avere commesso il fatto: Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, esce incolume dal processo intentato contro di lui da un ex giudice di Cassazione, Antonio Bevere, proprio quello che nel 2012 gli aveva rifilato un anno di carcere, e che poi si era sentito diffamato dagli articoli del nostro quotidiano. Ieri il tribunale di Cagliari assolve Sallusti: per il semplice, documentato motivo che all'epoca dell'articolo querelato non era più direttore del Giornale, e anzi si era dimesso. Il giudice Bevere, che vede allontanarsi la speranza di vedere finalmente Sallusti condannato al carcere e soprattutto a un robusto risarcimento, però non ci sta: e attraverso il suo legale Alessandro Gamberini annuncia che presenterà ricorso.

Ieri sera, quando le agenzie di stampa danno la notizia, Sallusti si indigna. Lo aveva già fatto nei mesi scorsi, nel corso del processo, quando si era presentato davanti al tribunale di Cagliari rivendicando la propria innocenza, e depositando al giudice la copia cartacea del quotidiano in cui l'articolo era pubblicato: bastava andare alla terzultima pagina, dove era pubblicata la «gerenza», per vedere che in quella data il direttore responsabile era Gian Galeazzo Biazzi Vergani, nominato dall'editore dopo che Sallusti aveva rassegnato le proprie dimissioni. Ma il giudice Bevere, e il suo legale, avevano querelato - oltre all'autore dell'articolo incriminato - anche Sallusti, accusandolo di omesso controllo. Un reato che, in base alla legge, può commettere solo il direttore responsabile. Eppure a Cagliari la Procura aveva chiesto la condanna di Sallusti a un anno e mezzo di carcere, e davanti all'inevitabile assoluzione Bevere annuncia il ricorso. «Siamo al di là dell'immaginabile - commenta Sallusti - è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Mi hanno denunciato sapendomi innocente, e adesso vogliono anche un nuovo processo. Incredibile. Io questo reato avrei voluto commetterlo, ma non ho potuto farlo perché non ero il direttore».

Per l'autore dell'articolo, la Procura aveva chiesto due anni: il giudice gli ha dato mille euro di multa, il minimo della pena.

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