Politica

La giustizia piange miseria ma compra il tappeto rosso

Il paradosso a Milano: acquistato un red carpet di 30 metri per la Procura generale

Milano I piagnistei sui tagli alle spese per la giustizia, le rituali geremiadi - ad ogni inaugurazione di anno giudiziario - sulla carenza di risorse che paralizza aule e cancellerie: poi, in un corridoio di uno dei più importanti tribunali d'Italia, si scopre che qualche spicciolo in cassa evidentemente è rimasto. Quanto basta, se non altro, a comprare trenta metri di tappeto rosso per adornare il corridoio che porta alla stanza di Roberto Alfonso, procuratore generale di Milano.

Si tratta ovviamente di pochi spiccioli, nelle pieghe del bilancio da quattro miliardi - euro più, euro meno - della giustizia italiana. Ma l'apparizione del tappeto ha creato ugualmente un po ' di sconcerto tra gli habituè del palazzo, visto che in tempi di vacche magre la opulenza degli arredi non dovrebbe essere ai primi posti del budget. Oltretutto già in passato tratti di tappeto erano stati stesi qua e là per il tribunale milanese, ed erano stati dismessi (tranne qualche malinconico troncone) per i costi e la difficoltà di tenerli puliti.

La decisione di piazzare il lungo tappeto, circa trenta metri di soffice lana rossoscuro - pare sia venuta direttamente da Alfonso, che pure il 28 gennaio aveva denunciato con forza, nel suo discorso all'anno giudiziario, i guasti della carenza di risorse: ma che ha evidentemente ritenuto poco consono al suo status dover percorrere il corridoio sullo spoglio pavimento marmoreo. Così Alfonso ha commissionato e ottenuto a tempo di record (qui le lentezze della giustizia evidentemente non hanno prevalso) la progettazione e la posa in opera dello scintillante tappeto: ultimo nato di una lunga serie di sprechi giudiziari, dagli zerbini con il logo ai megaschermi senza senso.

LF

Commenti