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Gorbaciov: «La guerra fredda non è finita»

Gorbaciov: «La guerra fredda non è finita»

BerlinoUn muro di luce di 8mila palloni corre lungo il tracciato di cemento che fino al 9 novembre 1989 ha spaccato Berlino in due. Ieri sera, i palloni sono stati liberati nell'aria sulle note dell' Inno alla Gioia di Beethoven diretto da Daniel Barenboim sotto la Porta di Brandeburgo. Nei tre giorni di celebrazioni, a 25 anni dal crollo del muro, un fiume di persone è venuta a Berlino. Calca silenziosa, qualche occhio lucido, davanti a maxi-schermi dove scorrono momenti chiave dei decenni di guerra fredda: morti, esodi, memorie di una storia che sembra non aver insegnato nulla. «Siamo sull'orlo di una nuova guerra fredda. Alcuni dicono che è già iniziat» ha detto Mikhail Gorbaciov, simbolo di disgelo, gigantografia su un pezzo di muro con scritto «Eroe della pace». Gorbaciov e Lech Walesa erano alcuni degli invitati speciali del concerto istituzionale, alla Konzerthaus. Parterre storico. Angela Merkel, Martin Schulz, sindaco della città, Presidente della Germania, alte cariche tedesche al completo. Sul palcoscenico, l'orchestra della Konzerthaus con Max Richter, autore di musica che va oltre i muri. Ieri ha proposto estratti delle sue Recomposed , le Quattro Stagioni di Vivaldi che lui ha riscritto in un disco ormai cult e ripubblicato dalla Deutsche Grammophon . Richter con Vivaldi ha messo insieme due mondi - classica e elettronica - così come l'abbattimento del Muro ha avviato la ricomposizione dei due blocchi. Cosa pensa dell'osservazione di Gorbaciov, che saluta calorosamente la Merkel, seduta accanto a Walesa, ma che non ricambia con altrettanto affetto? «La mia percezione è che ora la Russia sia tornata all'era imperialista, zarista, impegnata a mostrare la forza del suo potere economico.

Non afferro dunque quanto dice Gorbaciov».

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