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Governatore, cronista e pm: i ricatti che scuotono il Molise

Il presidente Pd vittima di un tentativo di estorsione per i fondi alla tv. Ma il giudice assolve reporter e magistrato

Governatore, cronista e pm: i ricatti che scuotono il Molise

Un intrigo fra veleni e poteri. Ricatti e sussurri con tre protagonisti troppo grandi per il troppo piccolo Molise: la giornalista, biondissima con extension; il pubblico ministero gran lavoratore e defilato, accecato dai riflettori per la liaison con la signora dell'etere; l'inossidabile governatore della Regione. Sarebbe lui, Paolo Di Laura Frattura, un passato berlusconiano e il presente nel Pd, la vittima della tentata estorsione escogitata dai fidanzati: Manuela Petescia, storica direttrice di Telemolise e per sua stessa modesta ammissione «regina del pollaio molisano» e Fabio Papa, il magistrato costretto da tutta questa saga ad emigrare: prima a Rovigo, poi ad Ancora e ora a Chieti, dirottato agli affari civili.

L'altra sera l'ultimo colpo di scena, il più clamoroso dopo quattro anni di chiacchiere, malignità e lettura degli articoli del codice penale: a Bari, al termine del processo, i due vengono assolti su tutta la linea e ora l'onda d'urto torna al punto di partenza e investe in pieno Frattura. L'opposizione, il centrodestra che lo considera un rinnegato, tuona: «Un presidente che mente si deve dimettere». Lui incassa con olimpico distacco e guarda avanti, ma non è facile con una giunta che ha già le sue disavventure: l'assessore all'Agricoltura Vittorino Facciolla è sotto il tiro della magistratura e delle Iene che gli contestano la ristrutturazione della casa con i fondi per il sisma di San Giuliano. Insomma, è tutto complicato in questa vicenda e Frattura rischia di bruciare la candidatura alle regionali dell'anno prossimo.

Certo, chi dice che in provincia non succede mai niente non è mai stato da queste parti. Qui ci sono tutti gli ingredienti di una storia da copertina: il sesso, la politica, la notorietà dei contendenti. Manuela Petescia ha una biografia agitata come il mare quando è cattivo: si sposa una prima volta, divorzia, si risposa con Ulisse Di Giacomo, cardiologo, ma soprattutto senatore, a Palazzo Madama grazie alla decadenza del Cavaliere; ancora la signora deve badare ai tre figli avuti dalle due unioni e poi all'emittente che fra Campobasso e Isernia vanta picchi d'ascolto altissimi. Cosi la frenesia genera inquietudine e la direttrice finisce con l'intrecciare una relazione che non può passare inosservata: il suo partner è il pm Papa. Personaggio appartato ma che questa volta non può sfuggire al chiacchiericcio che nel cortile molisano si deposita dappertutto come sabbia finissima.

Anche perché qualcosa si è intanto spezzato nell'amicizia fra Petescia e Frattura che ai tempi d'oro, quando cinguettavano un giorno si e l'altro pure, si chiamavano simpaticamente Cappuccetto e Lupaccio. Poi lui salta dall'altra parte dell'emiciclo e lei comincia a mitragliarlo dagli schermi della sua tv, non a caso ribattezzata Teleiorio, da Michele Iorio, il precedente governatore azzurro. Frattura chiude i rubinetti dei finanziamenti catodici. Sono gli elementi del processo di Bari: nel corso di una cena avvenuta nell'autunno del 2013 gli amanti avrebbero giocato pesante con il presidente, schiacciandolo contro il muro di un ricatto: riaprire quei rubinetti o andare incontro alle conseguenze di un'inchiesta in cui Papa aveva messo il naso negli affari del governatore. Il pm aveva chiesto 2 anni e 8 mesi per lei, 4 anni per lui, invece ecco l'assoluzione.

E Frattura rischia di precipitare dal trono.

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