Politica

"Il governo ci dia una mano per fermare le bufale"

Il professor Razzante lancia l'allarme: "Inquinano la democrazia e manipolano la gente"

Roma - È necessario porre un argine al dilagare delle fake news, le bufale che imperversano in Rete. E contrastare le menzogne che si moltiplicano grazie alla macchina del web non avrà tra i suoi effetti collaterali la censura. Ne è convinto il professor Ruben Razzante, docente di Diritto dell'Informazione all'Università Cattolica di Milano e all'Università Lumsa di Roma. Ha pubblicato diversi manuali sul diritto dell'informazione ed è specializzato nelle tematiche del diritto alla privacy e della deontologia del giornalista.

«Nascondere la verità è censura, svelare le bufale è il suo contrario - afferma Razzante - Le fake news intaccano la credibilità dell'informazione sono create ad hoc allo scopo di manipolare l'opinione pubblica e di fatto intaccano la democrazia e la indeboliscono». Razzante pensa sia necessario alzare il livello di guardia prima che si arrivi ad una serie di importanti appuntamenti elettorali che potrebbero essere inquinati dal dilagare delle bufale. «La Germania ad esempio ha già promesso di sanzionare pesantemente Facebook se non si impegnerà a a fondo per rimuovere le fake news dalle sue pagine - spiega Razzante - È un buon inizio ma non basta». Per l'esperto è necessario mettere tra le priorità dell'agenda politica il tema della democrazia e del ruolo degli Over The Top, ovvero i colossi del web come Google e Facebook o Twitter.

«Le fake news rappresentano un rischio per la democrazia mentre tutti coloro che operano in Internet devono avere ben chiaro che abbassano il livello dell'informazione - insiste Razzante- Si deve quindi ripristinare una gerarchia e verificabilità delle notizie». Un recente esempio di fake news vede come vittima il giornalista Enrico Mentana ed è stato pubblicato su Facebook poco più di una settimana fa. Si tratta di una notizia che poteva sembrare tratta dal quotidiano Il Fatto. Si riportava una dichiarazione di Mentana che aveva intervistato il sindaco di Roma Virginia Raggi il giorno prima. Al direttore del tg di La7 veniva attribuita la frase la sindaca di Roma è una «goccia di acqua pulita in un mare inquinato». Ma lo stesso Mentana sul suo profilo Facebook ha immediatamente denunciato la bufala, chiarendo di non aver mai pronunciato tale frase.

Per Razzante è ora di agire. Occorre che il governo guidato da Paolo Gentiloni si faccia promotore di un tavolo di consultazione con tutti gli agenti dell'informazione: Fieg, Fnsi e i responsabili dei grandi colossi del web. Insieme, spiega, «dovrebbero definire delle linee guida, delle regole finalizzate ad arginare le fake news e a valorizzare l'informazione di qualità», dice Razzante. Il docente condivide anche la proposta di Giovanni Pitruzzella, presidente dell'Antitrust che in un'intervista rilasciata al Financial Times a fine 2016 aveva proposto la creazione di un'Authority di controllo a livello dell'Unione europea, scatenando la reazione critica di Beppe Grillo che aveva subito gridato alla censura.

«Una volta stilate le linee guida starebbe all'Authority il compito di monitorare la rete e farle rispettare - conclude Razzante - È ovvio che occorre stilare regole comuni gestite da un organismo transnazionale».

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