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Governo debole e crisi catalana: solo 13 leggi varate in Spagna

Governo debole e crisi catalana: solo 13 leggi varate in Spagna

Madrid Dopo lo spettro della paralisi politica poi diventato realtà tra il 2015 e il 2016, con due turni elettorali, inediti per la sua tradizione democratica, e trecento giorni di consultazioni per eleggere un governo, debole e frammentato, ora la Spagna deve affrontare la paralisi totale della sua produzione legislativa del 2017 e, si teme, anche del 2018.

La già colpevole ripetizione delle elezioni legislative, prima a dicembre 2015 e poi a giugno 2016, per arrivare soltanto a ottobre del medesimo anno all'esecutivo bis del premier dei Popolari, Mariano Rajoy, ha irrimediabilmente ingolfato le Camere, diminuendo la produttività nel legiferare come mai si era visto dal 1979. Nel 2017 il Parlamento di Madrid ha approvato 13 leggi. Hanno fatto di peggio, tra il 2004 e il 2008, i Socialisti con José Luis Zapatero, secondo quanto scrive El País, sottolineando come, all'epoca, l'esecutivo dei progressisti spagnoli utilizzò i decreti legge per riportare a livelli accettabili i numeri: il 59 per cento delle leggi approvate, furono decreti. Un meccanismo utilizzato anche dal 2011 al 2015 da Rajoy, ma soltanto per il 34 per cento delle leggi approvate.

Tuttavia alle colpe dello stallo politico si aggiunge anche il fiorire di numerosi partiti che hanno ridisegnato il volto politico della Spagna, da paese coerente nel suo bipartitismo, con alternanza di governi Popolari e Socialisti, a frammentato e debole nel suo multipartitismo. La nascita nel 2014 di Podemos e il successo nel 2015 di Ciutadanos, schieramenti indipendenti e refrattari ad accordi e inciuci, con le successive presentazioni di altri numerosi partiti derivati da questi, hanno mandato in tilt il sistema elettorale spagnolo che, ricordiamo, è proporzionale alla Camera e maggioritario al Senato; prevede meccanismi di correzione per l'assegnazione dei seggi e ha le liste dei candidati bloccate.

E un altro responsabile di questa moria di leggi, secondo l'analisi del País non poteva che essere la crisi costituzionale provocata dalla Catalogna, guidata dal governo nazionalista autore dello «strappo» con Madrid e finito commissariato e fuorilegge. Da maggio a novembre, nel pieno del processo separatista, al Parlamento di Madrid 161 proposte di legge sono decedute d'asfissia per colpa di un governo in minoranza, preoccupato dalle parole e azioni incostituzionali di Carles Puigdemont e Oriol Junqueras. Un problema irrisolto, l'indipendenza catalana, entrato nella classifica delle preoccupazioni nazionali, dopo la disoccupazione che, ha, soprattutto, indebolito l'economia di Madrid e di Barcellona.

La Spagna sogna il bipartitismo di José Maria Aznar e di Felipe González, ma vive l'incubo del multipartitismo.

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