Politica

Il governo gialloverde esulta. L'ira di Fi: elezioni condizionate

Salvini ringrazia le forze dell'ordine, Bonafede difende la procura. Berlusconi: "Vale sempre la presunzione di non colpevolezza"

Il governo gialloverde esulta. L'ira di Fi: elezioni condizionate

Roma - Il giorno degli sciacalli, lo definisce con indiscutibile senso della tempistica la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini. Il leader Silvio Berlusconi tiene dritta la barra del garantismo e dice ai suoi «la presunzione di non colpevolezza vale sempre». E mentre il partito apprende con «sorpresa» dell'operazione di polizia, e la coordinatrice lombarda Mariastella Gelmini sospende temporaneamente i dirigenti finiti nel mirino dei magistrati (decisione condivisa dal Cavaliere), il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, è il più solerte nel complimentarsi con le forze dell'ordine. «Ringrazio sempre le forze dell'ordine quando arrestano corrotti e corruttori», dice il capo leghista a proposito della «brillante operazione». E quando si viene a sapere della posizione del governatore Fontana, la gioia di Salvini raddoppia: «Se qualcuno ha tentato di corrompere un governatore leghista che non si è fatto corrompere sono doppiamente orgoglioso». Non minore l'entusiasmo del premier Conte, che ne approfitta per attribuire meriti addirittura alla legge cosiddetta spazza-corrotti: «Continueremo a tenere alta, altissima la soglia della lotta contro la corruzione». Così il Guardasigilli Bonafede difende i magistrati da attacchi che non ci sono. «Chiedo di lasciare in pace i magistrati e di rispettare l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati. La politica si prenda le responsabilità che sono di carattere etico e morale, poi prenda le decisioni, che non hanno nulla a che fare con i tempi della giustizia». Eppure, se la tempistica è assai sospetta, il tenore dei commenti che piovono fin dal mattino fa capire dove si vuole andare a parare. Per un Salvini che finalmente può parlare di altro che non sia il caso Siri e i sospetti sui rapporti tra Lega e mafia, ci sono tanti dei suoi alleati grillini non da meno. «Questi sono gli alleati con cui Salvini vuol tornare a governare. In bocca al lupo...», esordisce Dario Violi, consigliere lombardo. «Chi pensa di tenere un piede ancora nel centrodestra rifletta bene...», insiste il senatore Giarrusso, capogruppo M5s nell'Antimafia. E il presidente grillino dell'Antimafia, Nicola Morra, non dimentica neppure i guai leghisti: «Ho invitato il ministro Salvini ad attenzionare non solo le mafie straniere ma anche quelle locali, quelle italiane...», dice con ampia dose di allusioni. «Allearsi a Forza Italia, partito fondato dal condannato per fatti di mafia Marcello Dell'Utri, porta rogne», sentenzia addirittura Maria Edera Spadoni, vicepresidente della Camera.

Quello del timing resta il grosso problema sul tappeto, però. Come Mulè, la Gelmini e Sisto, la Bernini non ha peli sulla lingua: «Premesso che chi ha sbagliato, se ha sbagliato, deve pagare per il danno gravissimo che ha fatto alle istituzioni e a Forza Italia, non posso però tacere che negli ultimi 25 anni ogni elezione è stata condizionata più o meno pesantemente dalle inchieste giudiziarie, molte delle quali finite nel nulla... Forse per convincere Salvini a restare con loro, i colonnelli di Di Maio ora gettano fango su tutta Forza Italia...

Operazione squallida che dimostra solo la loro miserabile cifra politica».

Commenti