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Il governo è grillino. Salvini salvaci tu

Un governo dal dna a Cinquestelle, annacquato qua e là da spruzzi di leghismo. Ci affidiamo a Salvini per salvare il salvabile e arginare la deriva grillina

Il governo è grillino. Salvini salvaci tu

Con la fiducia ottenuta ieri, il governo Cinquestelle-Lega entra nel pieno dei suoi poteri. Ho ascoltato con curiosità e interesse il discorso programmatico del presidente Conte. L'ho trovato, oltre che esageratamente lungo e ridondante, generico e a tratti banale. Ci mancherebbe altro che un governo non si riprometta di combattere le mafie, aiutare i bisognosi, accorciare il tempo di attesa negli ospedali, tagliare sprechi e privilegi, creare lavoro, abbassare le tasse e arginare l'immigrazione. Conte ci ha detto di volere il bene del Paese - come tutti noi - ma speravamo di sapere ieri come, quando e con quali risorse tutto questo sarà fatto di più e meglio di quanto abbiano fatto, e non fatto, i governi precedenti.

Siamo rimasti delusi, al di là del nostro giudizio su quello che è politicamente successo dal 4 marzo in poi. Prendiamo atto che nei prossimi mesi, meglio dire anni, non vedremo realizzati i capisaldi del «contratto»: non la flat tax, non il reddito di cittadinanza, non la lotta all'immigrazione nei tempi e nell'efficacia annunciata. In compenso abbiamo trovato conferme della ventilata deriva giustizialista da Stato di polizia, per nulla bilanciata dall'unica riforma che potrebbe portare a una giustizia equa ed efficiente: la riforma della magistratura, con la separazione delle carriere e la responsabilità civile personale per pm e giudicanti.

Per tutto questo, e molto altro, giungo alla conclusione che quello che si è insediato ieri è un governo nel dna a Cinquestelle, annacquato qua e là da spruzzi di leghismo - con nessuna concessione, o addirittura una aperta ostilità, al mondo liberale e guidato da un premier (ieri professorale nel discorso letto, disastroso nelle repliche a braccio) portavoce della Casaleggio Associati.

Così è andata e così sia. Ci affidiamo a Matteo Salvini per salvare il salvabile e riequilibrare, quantomeno arginare, la deriva grillina che tenderà a non fare prigionieri in campo avverso, né dei suoi uomini né delle sue idee.

Per questo diciamo no alla fiducia ma sì alla speranza.

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