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"Il governo è inconcludente. Rientro sulla scena politica"

Berlusconi: "Volevo attendere la Corte di Strasburgo, ma i tempi sono precipitati". Settimana decisiva per il candidato a Milano

"Il governo è inconcludente. Rientro sulla scena politica"

nostro inviato a Calvagese della Riviera (Bs)

«C'è metà cerchio magico, quasi un cerchio tragico...». È la battuta di esordio di Silvio Berlusconi, sul palco davanti a Francesca Pascale e alle altre indaffarate persone del suo staff. Basta a far ridere la platea e a lasciar capire che gira bene: il leader di Forza Italia non ha voglia di girare intorno alle cose, incluse le voci insistenti di chi lo accusa di vivere ritirato dietro una cortina impenetrabile di fedelissimi.

«Questa mattina segna il mio rientro sulla scena politica» dice. Un rientro anticipato rispetto alle intenzioni del Cavaliere, che sperava in una «liberazione» dalla legge Severino alla Corte di Strasburgo. Il pronunciamento era atteso per maggio, poi è stato spostato a ottobre, ora «la preoccupazione è che sia rimandato ancora». Intanto «i tempi sono precipitati», dice Berlusconi, perché «ci sono 32 senatori che hanno tradito gli elettori, diventando la stampella della sinistra e questa è una situazione di non democrazia». Inoltre la percentuale di potenziale astenuti «sfiduciati», e cita i sondaggi, è alle stelle: 26 milioni di persone, il 54 per cento degli elettori. Per questo ha deciso di anticipare questa ridiscesa in campo. A ritirarsi, insomma, non ci pensa affatto. Tutto il contrario.

Il rilancio parte da Milano, che è la partita più importante che si gioca adesso nel mondo della politica, anche perché è la più simbolica e ricca di conseguenze. Significa tentare di contrastare Matteo Renzi, che qui prima ancora che a Torino, Bologna, Napoli, si giocherà la leadership interna alla sinistra e forse la stessa guida del governo. Significa soprattutto disegnare scenari e alleanze del presente e futuro centrodestra, a partire dai contrastati ma indiscussi rapporti con Matteo Salvini. «Vinciamo certamente a Milano» risponde spavaldo ai giornalisti Berlusconi. Come? «Dobbiamo tornare a riunirci con la Lega e con gli altri». I tempi per la candidatura? «Una settimana» accelera il leader azzurro, che nel corso del suo intervento dal palco aveva parlato di un'alleanza con la Lega e con Fratelli d'Italia.

L'incontro con Salvini (di cui si torna a vociferare come possibile candidato sindaco), annunciato per i prossimi giorni da entrambi, è preceduto da uno scambio di battute agrodolci. « Chapeau a Salvini, è utile, parla alla pancia» aveva detto di lui Berlusconi. Piccato il segretario del Carroccio: «So parlare alla pancia ma anche al cuore e alla testa». Ancora il Cavaliere, in palleggio: «È vero. Ma prima parla alla pancia». Spiega anche qual è la propria filosofia politica, Berlusconi, che si ispira a Erasmo da Rotterdam: fonte delle idee non è la sola ragione, ma la visionaria lungimiranza della follìa. Oggi come agli esordi di Forza Italia. Un amarcord sulla sua prima discesa in campo durante questo discorso di rientro in politica. Episodio significativo anche per la coprotagonista: «Ricordo nel 1994 quando lasciai la mia casa con mia figlia Marina per andare alla fiera di Roma e lei mi disse: “ti stai accorgendo della follìa?” E io: “sì, ma siamo duemila folli”».

Quel che è successo da allora lo ricordiamo tutti più o meno bene, ora si tratta di capire quale sarà il prossimo passaggio folle che si può attendere il centrodestra da un leader che non intende andare in soffitta. Ad Atreju ha annunciato un programma che ora snocciola in cinque punti, già testati con tanto di sondaggi. La volontà di ripartire sembra avere contenuti e numeri come pezze d'appoggio. «Non credo che l'intero Paese si sia mitridatizzato alla democrazia che non c'è, a un governo non eletto e inconcludente, a un'Italia che non conta nulla in Europa». Ricorda il suo recente incontro con Vladimir Putin («il primo leader tra i protagonisti della storia attuale»), che oggi sarà all'Onu per affrontare la questione siriana. E spiega che la soluzione per le migrazioni, per «le famiglie in dolorosa fuga dai tagliagole» è di alleanze internazionali che consentano di «intervenire alla radice del male, estirpando il Califfato islamista e l'Isis».

C'è anche molta politica estera nei progetti del Cavaliere.

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