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Governo nel pallone Def ancora senza cifre

40 miliardi: è quanto serve per pagare reddito e pensioni ed evitare l'aumento dell'Iva

Governo nel pallone Def ancora senza cifre

Roma - Ministri ed esponenti della maggioranza si confrontano, sfidandosi su proposte sempre più generose e lanciando ricette di politica economica che hanno in comune una sola cosa, sono espansive e comportano spese extra. I dati suggeriscono una situazione molto diversa. Spazi di manovra nulli, prosciugati dalla crescita sotto le aspettative e anche dal costo di alcune misure della precedente legge di Bilancio, in particolare dal reddito di maggioranza e Quota 100.

Intanto il prossimo anno ci sono da sterilizzare clausole di salvaguardia, cioè aumenti dell'Iva per 23,1 miliardi di euro. Una spesa inevitabile, se il governo terrà fede ai suoi propositi. A più riprese sono usciti dagli uffici tecnici del ministero dell'Economia ipotesi di aumenti selettivi dell'imposta su beni e servizi, sempre smentite.

Ma al conto della sterilizzazione delle clausole si aggiunge quello per fare fronte al deficit sotto le aspettative. La crescita inferiore rispetto alle previsioni ufficiali del governo, costringerà l'esecutivo a una correzione dei conti per tenere sotto controllo il rapporto deficit Pil. A quanto ammonterà si potrà capire meglio il 10 aprile, quando il governo presenterà il Def con le previsioni aggiornate. O, ancora meglio, in autunno quando sarà più chiaro l'atteggiamento della Commissione europea verso le finanze pubbliche italiane. Ma già si ipotizzano dieci miliardi di euro. Ai quali vanno aggiunte spese obbligatorie per circa 5 miliardi.

Una manovra da quasi 40 miliardi a bocce ferme, senza spostare un euro dal bilancio per politiche di spesa.

Se si dovesse aggiungere la flat tax, anche calcolando la stima dei costi più favorevole elaborata dalla Lega di Matteo Salvini, si superano i 50 miliardi di euro di manovra. Senza contare le altre misure di spesa, sponsorizzate dai cinque stelle di Luigi Di Maio.

In vista del Def (il termine per la presentazione è il 10 aprile, ma la scadenza per la trasmissione a Bruxelles è a fine mese) ministri e partiti di maggioranza stanno mettendo a punto possibili coperture. Più o meno tutti attingono alle famose tax expenditures, la giungla dei bonus fiscali che si sono stratificati negli anni e valgono più di 200 miliardi. Peccato che una loro riorganizzazione sia stata una priorità anche per gli ultimi cinque governi, ma che nessuno sia riuscito a intaccarle. Comunque è difficile possano garantire la copertura contemporaneamente per la sterilizzazione degli aumenti Iva, la flat tax, il taglio del cuneo fiscale e per le altre misure di spesa.

Il Def dovrà fare chiarezza su questi aspetti. La Commissione europea aspetta gli impegni del governo Ma ci sono anche le agenzie di rating, che hanno sospeso il giudizio sul debito italiano e aspettano di potere pesare le scelte dell'esecutivo Lega-M5s. In questi giorni diventano più forti le voci di un Def dimezzato con il solo quadro tendenziale (cioè le previsioni a legislazione vigente) senza quello programmatico (il peso finanziario delle scelte che il governo farà il prossimo anno).

Finora non sono state smentite dall'esecutivo.

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