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Il governo studia il bonus figli Ma mancano le coperture

La riforma del welfare costa 4 miliardi di euro. Ma l'esecutivo non sa dove trovarli

Il governo studia il bonus figli Ma mancano le coperture

Roma - La riforma del welfare, con una maggiore attenzione ai lavoratori autonomi, fa un altro passo in avanti dopo il Jobs Act delle partite Iva. Alla kermesse renziana del Lingotto il sottosegretario alla presidenza del consiglio Tommaso Nannicini ha citato una misura specifica, l'assegno universale per i figli e il progetto ha fatto progressi. Si tratta del bonus da 100-200 euro per i figli a carico fino a 25 anni, con un meccanismo a calare con l'aumentare dell'età. Prevista da un disegno di legge del senatore Pd Stefano Lepri, che affida al governo il riordino e il potenziamento delle misure a sostegno dei figli a carico. Il ddl delega era fermo da tempo in Senato ma ora la commissione Finanze di Palazzo Madama ha riavviato i lavori per accelerare. Le votazioni, ha spiegato lo stesso Lepri, potrebbero partire anche questa settimana. «L'idea è di inserire un'unica misura, un assegno sostanzialmente universalistico, anche se vi sarà selettività attraverso la soglia Isee, che possa arrivare all'85% dei nuclei familiari e assicuri a tutti i minori e anche ai maggiorenni fino a 25 anni, se ancora a carico, un sostegno», spiega Lepri. La misura include i lavoratori autonomi e gli incapienti. E supera altre misure, come le detrazioni fiscali per i minori a carico e l'assegno per le famiglie numerose. Il beneficio sarebbe, dunque, unico e integrale e, in base alle stime effettuate, potrebbe valere 200 euro fino a 3 anni, 150 euro da 3 a 18 anni e 100 dai 18 ai 25 anni.

Unico problema, le coperture. Il costo della misura varia da due a quattro miliardi di euro. Difficile per il governo reperire risorse in questo momento. Ma le pressioni politiche per dare segnali «sociali» sono altrettanto forti.

Sul fronte delle pensioni è di ieri una segnalazione dello Spi Cgil su «conguagli impazziti» sugli assegni di gennaio che in alcuni casi sono stati azzerati senza motivo. L'Inps, sempre secondo la federazione dei pensionati Cgil, attribuisce gli errori ad un malfunzionamento della nuova piattaforma fiscale. «Fatto sta - protesta lo Spi - che questa situazione sta provocando non pochi disagi a molti pensionati». Ora obbligati a cercare informazioni ai patronati o all'Inps.

Ieri non è arrivata nessuna risposta dall'istituto di previdenza.

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