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Governo, tutti i numeri della crisi

Il ‘governo del cambiamento’ Lega-M5S non vedrà mai la luce e, dopo 85 giorni dall’inizio della legislatura siamo ancora senza un esecutivo. E le elezioni si avvicinano

Governo, tutti i numeri della crisi

Il dado è tratto. Il ‘governo del cambiamento’ gialloverde non vedrà mai la luce e, dopo 85 giorni dall’inizio della legislatura siamo ancora senza un esecutivo nel pieno delle sue funzioni. Un record che batte quello del governo Amato, nato dopo 62 giorni dal voto.

I numeri della crisi

La XVIII legislatura rischia così di essere la più breve in assoluto. A nulla sono serviti tre giri di consultazioni e i due mandati esplorati, affidati ai presidenti di Camera e Senato (un altro inedito). Ma non solo. Giuseppe Conte, invece, sarà ricordato come il premier incaricato più sconosciuto e di più breve durata della storia italiana. Persino Pier Luigi Bersani, che nel 2013 ricevette il pre-incarico dal presidente Napolitano, ebbe più tempo di lui. Il governo Gentiloni, intanto, resta in carica almeno fino a domani, quando Carlo Cottarelli non salirà al Colle. Un altro record che posiziona l’esecutivo guidato dall’esponente Pd al 17esimo posto per giorni effettivi di governo, avendo scalzato (sebbene di poco) quello di Monti. Il governo più duraturo della storia repubblicana resta, perciò, il secondo governo Berlusconi, con 3 anni, 10 mesi e 12 giorni alle spalle. I governi più brevi sono il I e il V governo Andreotti negli anni ‘70, il I e il VI governo Fanfani (rispettivamente ’53 e ’87) e l’VIII governo De Gasperi. Tutti questi sono esecutivi che non hanno ottenuto la fiducia.

La messa in stato d'accusa

Ora le opposizioni chiedono la messa in stato d’accusa del presidente Mattarella. Una procedura, prevista dalla Costituzione, che finora è stata minacciata tre volte ma non è mai stata portata avanti. Nel 1978 Giovanni Leone si dimise con due settimane d’anticipo per via dello scandalo Lockheed e solo anni dopo risultò estraneo ai fatti. Nel 1993 fu la volta di Oscar Luigi Scalfaro che si difese dalle accuse di aver gestito fondi neri a uso personale quando era stato ministro dell'Interno. Nel 1990, infine, fu la volta di Francesco Cossiga, coinvolto nella vicenda Gladio. Il Pds, la Rete e Rifondazione comunista avviarono una procedura di impeachment nei confronti dell'allora presidente della Repubblica ma il Parlamento, nel 1991, la respinse. Cossiga, alla fine, si dimise dalla presidenza della Repubblica il 28 aprile 1992, a due mesi dalla scadenza naturale del mandato e non si votò mai sulla messa in stato di accusa.

Questa sarebbe la prima volta.

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