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Il governo va al contrattacco di Draghi: "Si è procurato poteri non previsti..."

L'affondo del ministro Savona. Ma i numeri sono inquietanti, dal debito ai consumi

Il governo va al contrattacco di Draghi: "Si è procurato poteri non previsti..."

Roma - «Draghi si è procurato dei poteri che non avevamo previsto. Fa interventi sui cambi di cui sappiamo molto poco. La mia proposta è che questi poteri vengano messi nello statuto in modo che poteri e responsabilità coincidano». La polemica contro il presidente della Bce è del ministro degli Affari europei Paolo Savona e arriva dopo l'attacco di Draghi al governo.

In un giorno difficile per l'Italia sul fronte delle finanze pubbliche, con un nuovo record del debito e l'allarme di Confcommercio sul Pil e consumi.

«Gli ultimi dati fanno emergere un quadro congiunturale nel quale le ombre sulla crescita economica sono più dense. Il temuto rallentamento dell'economia è un dato di fatto», ha scritto l'associazione di commercianti che stima, per settembre 2018, una variazione congiunturale del Pil mensile nulla e una crescita tendenziale dello 0,6%, in forte rallentamento rispetto ai periodi precedenti. Fermi i consumi. Ad agosto l'indicatore dei consumi di Confcommercio ha registrato un aumento dello 0,4% rispetto a luglio e una variazione nulla rispetto all'anno scorso.

È la conferma di una serie di indicatori che fanno temere un ritorno della recessione in Italia. Paese che non ha agganciato la mini ripresa europea degli ultimi anni, ma rischia di risentire più di altri dei nuovi venti di crisi.

Non va meglio con gli indicatori di finanza pubblica. Nell'ultimo bollettino della Banca d'Italia, a luglio il debito pubblico è aumentato di 18,4 miliardi rispetto al mese precedente, toccando quota a 2.341,7 miliardi di euro. L'aumento rispetto ai mesi precedenti è stato di 18,4 miliardi.

Prosegue la fuga di investitori dal debito pubblico italiano. A giugno l'ammontare dei titoli di Stato nel portafoglio di investitori non residenti, sempre secondo il bollettino di Bankitalia, era di 664,3 miliardi di euro, in calo dai 698,5 miliardi di euro del mese precedente. Tenendo conto dello stock complessivo del debito pubblico, pari a 2.341,6 miliardi di euro a giugno 2018, la quota di titoli in mano a investitori esteri è diminuita di circa 35 miliardi ed è pari al 28,3% circa.

Situazione difficile che condizionerà il percorso della Legge di Bilancio. Al ministero dell'Economia già si mette in conto una spesa per interessi sui titoli di stato superiore di circa due miliardi rispetto alle previsioni.

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria è ancora impegnato a fare quadrare i conti, pressato dalle richieste della maggioranza. Tra flessibilità (ancora da ottenere) e coperture mancano all'appello circa 10 miliardi. La Lega sembra disposta a rinunciare a un taglio delle imposte sui redditi già dal prossimo anno (si era parlato di un punto percentuale in meno sull'aliquota più bassa oggi al 23%), mantenendo il regime fiscale agevolato per le partite Iva e per le aziende che investono.

Il M5s fa muro a difesa del reddito di cittadinanza e chiede almeno 10 miliardi. Ma le coperture non sono sufficienti. «È impossibile fare insieme la flat tax, il reddito di cittadinanza e l'abolizione della legge Fornero. Si rischia che saltino i conti pubblici e che non si paghino gli stipendi agli statali», ha commentato il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani. Per l'economista di Fi Renato Brunetta «quello di Conte è il governo del fallimento», quando «Di Maio parla, alle aste del giorno dopo, si perdono 50 milioni di euro».

AnS

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