Politica

«È una Grande Bruttezza Chiudete il Campidoglio»

Il giornalista: «Solo il commissario Tronca con poteri speciali può arginare il degrado»

di Andrea Cuomo

«Due autoritratti della Roma di oggi. Due autoritratti dell'Italia di oggi». Carlo Rossella, giornalista, scrittore, ieri ha guardato le due fotografie pubblicate in prima pagina dal nostro giornate e scattate entrambe a Roma: i manichini rappresentanti i calciatori della Roma penzolanti come impiccati da un ponte davanti al Colosseo e una coppia di senzatetto che fa sesso in piazza Indipendenza su un talamo di spazzatura. Ha visto le due foto ed è inorridito. «Sono foto che purtroppo hanno fatto il giro del mondo. Rappresentano l'immagine di come abbiamo toccato il fondo».

Sicuro che abbiamo davvero toccato il fondo, Rossella?

«Per strada la gente fa quello che vuole, in quanto ad abiezione e degrado credo che peggio non possa andare».

In qualche modo è consolante. Ma è un problema solo romano. O Roma è lo specchio di tutta l'Italia?

«No, la Suburra non c'è solo a Roma. Certo, ne sorgono ogni giorno di nuove. Nelle città italiane ogni sera non c'è una sola panchina libera attorno alle stazioni. Sembra una scenografia di un film sul degrado».

Una Grande Bruttezza...

«Guardi, la Grande Bellezza è solo fiction. La realtà oggi Roma è una città che ti trascina verso il basso, una città sporca, piena di topacci, di pantegane grandi così, perfino di cinghiali in periferia. Questa è la capitale del Paese dell'arte per eccellenza».

Ma Roma non è sempre stata là, sospesa tra meraviglia e turpitudine?

«Certo, sono due facce che hanno sempre convissuto, fin dall'Impero Romano. Ma ora prevale l'orrore».

E in tutto ciò dov'è l'amministrazione capitolina?

«Non me lo dica. Oggi sei io fossi stato il sindaco di Roma mi sarei preso delle responsabilità, ci avrei messo la faccia, avrei chiesto un maggiore presidio del territorio. Oggi in città ho visto in giro dei paracadutisti. Ecco, ce ne vorrebbero tre battaglioni a Roma, di quelli belli cazzuti».

Solo una questione di sicurezza?

«Non solo ma certo c'è bisogno di un giro di vite molto forte. Gli immigrati non in regola vanno mandati via. Ha presenti gli Usa? Quando entri ti fotografano la pupilla, il cristallino. Sanno chi sei, se sgarri sei fuori».

Ma i romani non hanno nessuna colpa?

«Certo che ne hanno, di colpe. A Roma c'è un clima di autoassoluzione, di indifferenza. Finché una cosa non capita a te chi se ne frega. I romani guardano e passano. C'è una responsabilità omissiva del cittadino medio, che se invece si destasse potrebbe scuotere anche l'amministrazione comunale, la famosa bambolina imbambolata».

C'è una reazione possibile partendo dal basso?

«Certo, l'opinione pubblica dovrebbe scuotersi. Se, come accadde nella Francia di De Gaulle, qualcuno avesse l'intelligenza di fare una grande manifestazione pubblica per chiedere pulizia e ordine. Ma in Italia l'ordine...».

Che cos'è l'ordine?

«L'ordine è una parola politicalmente scorretta, da fascisti. Che sciocchezza. E invece sono il lassismo e il perdonismo della sinistra le colpe gravi. Che danno vita alla nostra idea di accoglienza».

Che funziona come?

«Noi accogliamo chi entra in Italia come fossimo una terra di nessuno e non un luogo dove vivono persone che pagano le tasse. Che scempiaggine ad esempio la legge sulla legittima difesa solo notturna. Come se la sicurezza non fosse una questione h24. Come se non ci fossero donne anziane che vivono in casa da sole e possono essere minacciate anche a mezzogiorno».

E quindi, che facciamo?

«A Roma dice?».

Cominciamo da Roma.

«Beh, c'era quel commissario bravissimo, come si chiama...».

Tronca?

«Lui. Ecco, sospendiamo la politica capitolina per qualche anno, che non ha saputo guadagnarsi in questi ultimi anni l'onore di governare questa città, e mettiamo a capo di Roma Tronca, dandogli pieni poteri. Solo così eviteremo forse che tra cinque anni Roma sia irrecuperabile, visto che il suo degrado cresce in maniera geometrica e non aritmetica.

E torneremo a essere orgogliosi della nostra città più bella».

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