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Il grande ritorno dei cespugli Trucco Ap sullo sbarramento

Gli alfaniani chiedono la soglia del 3% su base regionale. Restano le "liste civetta". Grillini in rivolta, in lite Pd e Mdp

Il grande ritorno dei cespugli Trucco Ap sullo sbarramento

Mentre il Rosatellum bis scorre via liscio come un placido e torbido Tevere, scansando scogli e tronchi - leggi emendamenti - buttati sulla sua strada dalle opposizioni (M5s e Mdp), si discute su come superare anche le «rapide» del voto in aula. È in quella darsena obbligata, specie nelle strettissime gole del Senato, che si capirà davvero se il fiume sfocerà in acque più limpide. Al momento, perciò, bene fa il capo leghista Salvini a diffidare di tutto e tutti, alla vigilia della Direzione del Pd: «Io temo che le beghe del Pd la tirino ancora in lungo e facciano saltare tutto».

Anche perché nel frattempo, per dirla sempre con Salvini, «noi si naviga a vista». Bocciati ieri in commissione voto disgiunto e preferenze, la temperatura è risalita all'interno del Nazareno, perché così diventerà ancora più arduo cercare un accordo di coalizione nel centrosinistra (d'altronde i rapporti Pisapia-D'Alema sono ai minimi, Pisapia non ha truppe e Renzi ha ripreso a parlare con Prodi che, sostiene, tornerà ad appoggiarlo). La minoranza interna cerca tutti i modi per ammorbidire il segretario. Ieri Fronte dem, con Michele Emiliano, annuncia di voler dare al leader «il pieno mandato elettorale per cambiare la legge elettorale al fine di ricostruire una coalizione...». Ma non c'è molto da attendersi, visto che invece l'asse con Forza Italia pare ancora saldo, e ha portato ieri alla riduzione dei collegi plurinominali (da 70 a 65), come chiedevano gli azzurri. Confermato anche il meccanismo che permetterà le cosiddette «liste civetta»: i voti delle liste che non supereranno lo sbarramento del 3%, ma arrivano almeno all'uno, verranno conteggiati e assegnati alla coalizione a esse collegata. Se finora si pensava potessero servire soltanto al centrodestra, dove pullulano liste centriste e proto-dc, ora s'immagina che il Renzi «divisivo» possa utilizzarle anche lui in una specie di gara concorrenziale per accaparrarsi nuovi e vecchi cespugli. Alleato essenziale per il Pd renziano resterà però Ap, ed è per questo che il tema soglie di sbarramento, accantonato fin dall'inizio dal relatore Fiano, resta uno di quelli (così come il nyet alle preferenze) capaci di far saltare il tappo della legge nei voti segreti delle due aule. La proposta di Alfano per la sopravvivenza del suo cespuglio è quella di consentire l'elezione di senatori al partito che, pur senza raggiungere il 3% su scala nazionale, la ottiene in almeno tre regioni (sempre che il quorum lo consenta). Il meccanismo richiama l'articolo 57 della Costituzione, per la quale il Senato viene eletto su base regionale, e nella prima Repubblica ci furono alcuni casi di senatori «monolista» eletti in virtù del plebiscito riscosso a livello regionale. Il blog di Grillo si è scagliato contro quella che veniva definita soglia Mastella. «Una frode elettorale, la soglia per le liste in coalizione è allo 0,7%! Un mercato delle vacche a cielo aperto, dove miriadi di liste inventate contrattano il loro posticino in paradiso in cambio di una manciata di voti... Riabituatevi a Mastella ministro della Giustizia con l'1,4 per cento dei voti». Il pidino Rosato difendeva l'idea alfaniana con malizia: «Norma salva-Ap? Ma perché non salva-Mdp?». Reagiva fiero il bersaniano D'Attorre dichiarando la contrarietà sua e del gruppo, che a suo tempo proponeva il 5%. «Sarebbe una vera schifezza. E poi noi non ci consideriamo una piccola formazione, ma una a due cifre».

Fortuna che l'ottimismo, almeno quello, non manca mai.

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