Sparatoria a Macerata

Grasso punta sul "nero" Salvini braccato da Leu: "Voglio un Paese sicuro"

L'ex pm e la Boldrini scatenati con il leghista: «È un cattivo maestro, fomenta il razzismo»

Grasso punta sul "nero" Salvini braccato da Leu: "Voglio un Paese sicuro"

Lo sparatore di Macerata ha dato la linea a Liberi e uguali, che finalmente ha trovato un tema per emergere in una campagna elettorale finora opaca per il duo Boldrini-Grasso. Invece l'allarme fascio-leghista e la minaccia razzista contro i migranti, piatto forte della presidente della Camera, permette a Leu di cavalcare l'onda e guadagnare visibilità. Al punto che Grasso e la Boldrini sembrano fare a gara a chi si indigna di più contro i populisti di destra, i veri responsabili dello squilibrato Traini. Il principale accusato resta il leader leghista Salvini, da cui la Boldrini ha già preteso le scuse ufficiali per la tentata strage di nigeriani a Macerata (tra l'altro, terra natìa della presidentessa). Ma tempo di svegliarsi domenica mattina, ed ecco la Boldrini tornare alla carica per sfruttare l'abbrivio della polemica sull'allarme razzismo: «L'odio ha diversi cattivi maestri, ma forse quello più attivo si chiama Matteo Salvini. In questi anni Salvini non ha fatto altro che creare problemi invece che aiutare a risolverli, perché non è facile gestire il tema dell'immigrazione, Salvini ha creato paura e caos e dovrebbe scusarsi con gli italiani. Abbiamo bisogno delle soluzioni invece lui è parte del problema». Il tema è talmente funzionale alla propaganda di Leu, che si inventano un manifesto per fare il verso agli xenofobi della destra («Emergenza Neri. Stop all'invasione, quella fascista»).

Ma Pietro Grasso, che è pure il leader del partito, non vuole essere certo da meno della Boldrini, e pur premettendo che giuridicamente - è sempre un ex magistrato - «non sono d'accordo a definire Salvini il mandante di quanto accaduto», però certo il concetto non cambia molto per il presidente del Senato reinventatosi come leader barricadero della sinistra. Il leghista non sarà il mandante giuridico, ma «politicamente ha cavalcato lui, gettando benzina sul fuoco, la paura e l'insicurezza delle persone», e «se fomenti il razzismo qualcuno che spari per strada rischi sempre di trovarlo. Noi siamo contro fascismo, odio, ma anche contro gli irresponsabili che lo fomentano» dice al teatro Eliseo di Roma per la presentazione delle liste di Leu. Poco dopo, a RaiTre, ribadisce il concetto: «Chi semina odio raccoglie violenza: chi fomenta avversione nei confronti del diverso finisce per determinare la violenza».

L'«imputato» Salvini replica che «la violenza va sempre condannata ma l'immigrazione fuori controllo organizzata in questi anni rischia di provocare azioni demenziali e folli come queste». Poi da Giletti su La7: «Stiamo morendo di ipocrisia. Nessuno è razzista, voglio un paese più sicuro dove si fanno rispettare le regole, col sorriso, con le buone maniere, ma chi sbaglia paga e se non è italiano lo rimando a casa sua». Dal centrodestra risponde poi Giorgia Meloni, leader di Fdi, che attacca Mattarella sulla vicenda parallela, l'omicidio di Pamela Mastropietro, perchè «c'è una madre a cui la figlia è stata fatta a pezzi e chiusa dentro una valigia, trovo vergognoso che il presidente della Repubblica non abbia ritenuto di fare una telefonata o di dire una parola su questa ragazza». La linea di Forza Italia la ricorda Maurizio Gasparri, secondo cui «non bisogna fare speculazioni, bisogna fare processi.

La certezza della pena è l'unica risposta».

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