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La grillina Sarti si tiene stretta la poltrona: "Resto, il Movimento non mi ha espulsa"

I probiviri 5s che la devono giudicare: una vicenda torbida che va chiarita

La grillina Sarti si tiene stretta la poltrona: "Resto, il Movimento non mi ha espulsa"

La bomba Giulia Sarti sta deflagrando. L'ex presidente della commissione Giustizia travolta dallo scandalo sui rimborsi elettorali, non si vuole staccare dalla poltrona da parlamentare e soprattutto non vuole lasciare il Movimento cinque stelle anche se i suoi non la vogliono più. «Non c'è motivo, io non sono espulsa dal M5s», ribatte lei. «Confido di rimanere nel Movimento perché non ho fatto assolutamente niente. Io non lascio il M5s, io l'ho fatto nascere», aggiunge stizzita. Sulle affermazioni del capo politico Luigi Di Maio, che qualche giorno fa ha parlato di espulsione «doverosa», la deputata fa spallucce: «Avrà avuto i suoi motivi. Non c'è bisogno di chiedere un incontro con lui. C'è un provvedimento dei probiviri in corso».

È stata, infatti, aperta la procedura «ora attendiamo risponda nel merito» della vicenda che ha visto decadere le accuse della Sarti all'ex fidanzato e collaboratore Andrea Bogdan Tibusche per essersi indebitamente appropriato di una parte dei 23mila euro che dovevano invece essere versati al fondo del microcredito. Contemporaneamente con il decreto di archiviazione della procura di Bologna di qualche giorno fa, vengono diffuse le chat in cui la deputata chiama in causa Ilaria Loquenzi e Rocco Casalino. «Sono stati loro - scrive la Sarti a Tibusche - a dire che devo denunciarti per uscire da questa storia». Frasi che hanno sollevato l'ira del portavoce di Palazzo Chigi: «Sarti si è coperta col mio nome», denuncia Casalino.

Per i probiviri «è ora necessario vedere tutte le carte, perché sta uscendo di tutto e dobbiamo capire cosa sia realmente successo». La situazione «appare estremamente torbida, quindi va chiarita per bene». Dai vertici però il cartellino rosso sembra già destinato a colpire la deputata 32enne romagnola: per lei l'espulsione appare «doverosa», riecheggiano le parole di Di Maio dei giorni scorsi.

La storiaccia della Sarti ha anche altri risvolti, che fanno forse capire meglio perché i probiviri usino il termine «torbida». Non solo bonifici annullati, ma anche «veri o presunti video hard». Tibusche ha raccontato ai magistrati che la grillina ha speso parte dei soldi delle mancate restituzioni per una casa affittata a Salerno (18mila euro, in cinque anni, «come da accordi»), «4mila euro per i videocontrolli di Dedo e Luca» e in «telecamere piazzate nella camera da letto» della Sarti dove sarebbero stati realizzati, confida a un amico in una chat, «video hard». Tibusche era intervenuto anni fa proprio per aiutare la Sarti vittima della diffusione illecita di alcune sue foto private «compromettenti».

Intanto a prendere il suo posto, come nuova presidente della commissione Giustizia della Camera, è Francesca Businarolo, eletta con 24 voti a favori, quelli di Lega e Movimento Cinque Stelle. La nuova presidente, 35 anni, padovana di Este, è nei 5 Stelle dal 2009 ed è deputata dal 2013. Il Pd ha votato per la deputata Lucia Annibali, mentre Forza Italia non ha votato per protesta.

Al voto ha partecipato anche la Sarti che da tempo non si vedeva a Montecitorio.

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