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Grillo ammette il "Grande Fratello", ma assolve Casaleggio

Il guru M5S: "Facciamo chiarezza". Ma accusa la "macchina del fango piddino". E Di Maio rilancia: "Pura fantasia"

Grillo ammette il "Grande Fratello", ma assolve Casaleggio

Gianroberto Casaleggio spia le email dei parlamentari a Cinque stelle? "Solo fango" o "pura fantasia". Da Beppe Grillo a Luigi Di Maio è tutta una smentita dopo che nei giorni scorsi si sono fatte sempre più incessanti le voci di una spy story grillina.

"Ovviamente è follia rispondere ad una notizia che non esiste", taglia corto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, "Mi auguro che Gianroberto Casaleggio chieda fino all’ultimo centesimo di danni per questo attacco senza fondamento che ha ricevuto".

Eppure, nonostante parli di "macchina del #FangoPiddino" messa in moto "guarda caso a ridosso di elezioni amministrative in cui il M5S corre per vincere e fa paura", lo stesso Beppe Grillo chiede chiarezza rivelando la sua versione dei fatti: "Su questo server si appoggiavano non solo indirizzi di posta elettronica e documenti di alcuni parlamentari M5S, ma contenuti e siti terzi non riconducibili ai 5S", si legge sul suo blog, "Era noto che alla piattaforma avevano accesso persone terze la cui identità era però sconosciuta al gruppo parlamentare. Proprio per motivi di sicurezza, i parlamentari decisero di rivolgersi ad un consulente informatico di una società torinese che non ha nessun legame diretto con la Casaleggio associati, affinché verificasse l'effettiva presenza di queste anomalie". E ancora: "Lo staff di Beppe Grillo, informato dei fatti, inviò una mail a tutto il gruppo parlamentare comunicando che il server non era più sicuro e che sarebbe stato disattivato, invitandolo quindi a salvare i contenuti. L'operazione non avrebbe comportato eccessivi disagi considerando che il server in era utilizzato da non più di 30 parlamentari".

Insomma, lo stesso Grillo ammette che "il rischio che i contenuti fossero violati era concreto", ma assolve la società di Casaleggio: "Appare evidente che la violazione non fosse di certo ad opera della Casaleggio Associati, che altrimenti avrebbe avuto interesse a mantenere in piedi quel sistema. Ora però, giornali e partiti ribaltano la vicenda e vogliono fa credere che a spiare fosse Casaleggio in persona. Come è ridicolo che dopo 2 anni e mezzo non si sia riusciti a far luce su un'altra vicenda di cui il M5S è stato parte lesa. Ci riferiamo alla diffusione di foto e mail private di cinque portavoce M5S ad opera di sedicenti hacker del Pd.

Oggi l'inchiesta è stata archiviata".

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