Politica

Grillo blinda la sua sindaca ma la base l'ha già scaricata

I vertici M5s non vogliono perdere il Campidoglio Il silenzio dei big che evocano una «infiltrazione»

Grillo blinda la sua sindaca ma la base l'ha già scaricata

«Com'è possibile che questo Romeo ti fa delle polizze a gennaio (2016, ndr) quando ancora dovevi fare le comunarie?». Par quasi di sentirlo Beppe Grillo rivolgere, fra l'incredulo e il rabbioso, questa domanda a Virginia Raggi, in una sorta di supplemento del lungo interrogatorio sostenuto dalla prima cittadina in procura. Più difficile provare a immaginare la risposta della sindaca, che ufficialmente continua a sostenere di esser stata all'oscuro di tutto e di non aver preso neanche un euro. A rispondere nel frattempo ci pensa lo stesso ex capo della segreteria politica della sindaca, Salvatore Romeo, con un post su Facebook, per smentire ogni relazione con lei e minacciare querele.

Mentre gli argomenti sentiti in queste ore per spiegare l'attitudine compulsiva di Romeo a stipulare polizze vita a favore di terzi vanno contro ogni logica e buonsenso, ancora una volta nei vertici del M5S prevale la real politik, dunque niente dimissioni della sindaca. Beppe Grillo e Davide Casaleggio tornano una volta di più a blindare la Raggi, salvo nuovi colpi di scena o risvolti giudiziari insostenibili. Il ragionamento è che bisogna far di tutto per non perdere il Campidoglio nell'ottica anche della corsa per le elezioni politiche; tanto più che dopo l'arresto di Raffaele Marra, a supportare la sindaca nel lavoro al Comune ora ci sono i due deputati Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro (veri anelli di congiunzione con Genova e Milano), oltre al resto della giunta.

Ma nella chat dei parlamentari M5S colpisce l'assenza di commenti a favore della sindaca. Tacciono i big, non solo Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, ma anche i due «pretoriani», Fraccaro e Bonafede. Tace la deputata 5 Stelle Roberta Lombardi che, sola e prima di tutti, aveva attaccato la sindaca di Roma e poi Raffaele Marra, prima che venisse arrestato. Un silenzio «tattico», ammettono alcuni. Segno che nel Movimento i malumori crescono. Nessuno ancora lo dice apertamente, ma aumentano i «duri e puri» che vorrebbero scaricare la Raggi al più presto, pronti anche a chiedere a Grillo di vestire i panni da garante per fermare questa nuova emorragia di immagine e credibilità del Movimento. In tanti, poi, dopo le novità dell'inchiesta pensano che dietro la vicenda si nasconda ben altro, una vera e propria «infiltrazione» da destra.

Una linea questa, che potrebbe prendere corpo già nelle prossime ore, insieme al timore che la storia si ingrossi, trascinando l'intero M5S nel fango. Intanto a scatenarsi in rete è la base grillina, gli attivisti si sfogano mettendo nel mirino la prima cittadina capitolina ma anche i vertici dei 5 Stelle, con battute al vetriolo: «C'è qualcuno che mi può intestare una polizza? - scrive un attivista sul profilo Fb della Raggi - ricambierò con un incarico prestigioso il tutto onestamente». E impazza l'hashtag del giorno #mandolavetetrovata. Le difese non mancano, ma gli attacchi sono tantissimi e piovono anche sul profilo Fb di Grillo: «Qui non basta una pastiglia di Maalox lo canzona un attivista, Filippo - ma ci vuole un tir di pastiglie».

Grillo in pubblico sdrammatizza, scherza. Insieme con Davide Casaleggio ha consultato i legali, e intravisto uno spiraglio favorevole dopo le ultime drammatiche ore.

Ma se la vicenda giudiziaria dei «quattro amici al bar» resta ancora tutta da scrivere, il dato politico è che il movimento dell'onestà appare sempre più scalabile.

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