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Grillo epura tutti ma copre gli errori del direttorio M5S

L'ex comico continua a difendere i vertici nonostante le contraddizioni sul caso Quarto: in passato per molto meno scattarono le espulsioni

Grillo epura tutti ma copre gli errori del direttorio M5S

Roma Se prima erano soprannominati «i tre tenori» del direttorio targato M5S, ora il caso Quarto li ha fatti diventare i «sopranos». E il passaggio dalla metafora musicale a quella mafiosa, con il riferimento alla fortunata serie tv americana sui boss, la dice lunga sull'immagine acquisita dai fedelissimi grillini Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico, per come hanno gestito la vicenda. Il fatto è che, per molto meno, Beppe Grillo e i suoi hanno proceduto d'imperio alle epurazioni, mentre ora l'imbarazzo si nasconde dietro una difesa dell'indifendibile.Il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo ha detto chiaro e tondo ai pm napoletani che aveva informato i vertici del direttorio delle infiltrazioni camorristiche nel comune, l'ex capogruppo del M5S in consiglio Alessandro Nicolais l'ha confermato, dando i dettagli delle riunioni in cui ciò era avvenuto: «I contatti tra sindaco e direttorio c'erano, eccome. I più recenti, a dicembre. A casa di Fico. Me lo ha detto Rosa, e me lo confermò il vicesindaco Andrea Perotti, che c'era. Con loro, Di Maio». Ma loro due vengono disconosciuti, forse sacrificati, dal movimento, che invece copre le responsabilità dei sopranos, nega la loro incapacità, nel migliore dei casi, di gestire un caso che fa crollare la presunzione grillina di superiorità morale. Sì, d'accordo, Grillo&C. non vogliono ammettere errori ai vertici che metterebbero in crisi l'organizzazione interna, estremamente verticistica e autoritaria. Beppe ha chiuso il caso proprio mentre esplodeva e ora se la prende con la «televisione fascista», il guru Roberto Casaleggio, sembra tentato dall'usare le maniere forti, poi ha fatto prevalere quella che a sinistra già chiamano «omertà». Pensano davvero che il M5S possa uscire più forte dalla vicenda se, nello stile della politica più vecchia, lava i panni sporchi in famiglia?Gli attacchi serrati soprattutto del Pd mettono sempre di più in difficoltà i grillini. Il dem Andrea Romano: «Ogni giorno la nebbia sparsa dai parlamentari di Casaleggio evapora inchiodandoli alle loro responsabilità. Non si parlavano, non si vedevano? Solo bugie. La verità a Quarto è stata nascosta dall'atteggiamento omertoso del partito azienda di Casaleggio. Aspettiamo a questo punto una reunion dei tre sopranos a 5 stelle per raccontarci qualche altra non verità». Su Twitter, Stefano Esposito: «Il Pd l'ha sempre detto: Di Maio, Fico e Di Battista su Quarto sapevano tutto e hanno mentito». Ironizza Dario Ginefra: «M5S e Beppe Grillo sulla vicenda #Quarto cadono dal pero... anzi dal fico». Alessia Rotta, su Di Maio e Fico: «Stiamo parlando del vice presidente della Camera dei deputati e del presidente della vigilanza Rai». Andrea Marcucci: «Per molto meno #M5S ha somministrato condanne esemplari. Ed ora?». E Alessia Morani: «Fico si trova in una posizione indifendibile». La risposta dal M5S? Di Battista insiste che la Capuozzo non gli ha parlato di minacce e che il M5S è «disposto a sacrificare una poltrona». Sottolinea che ha «cacciato una persona prima che ricevesse l'avviso di garanzia», mentre il Pd «ha decine di condannati e indagati». Gli altri attaccano Rai e Tg1, per il «silenzio assordante» sui «numerosi casi di realtà amministrate da Pd e Forza Italia toccate da indagini: esattamente l'opposto di quanto accaduto per il caso Quarto, dove i telegiornali della tv pubblica hanno garantito una copertura senza pari».

Spostare l'attenzione, gridare al complotto, è una vecchia tecnica, ma non funziona più.

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