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Grillo al potere non sa più cosa dire. Il "controdiscorso" è uno show penoso

Niente critiche ai pupilli ministri, l'ex comico parla del XXII secolo

Grillo al potere non sa più cosa dire. Il "controdiscorso" è uno show penoso

La crociata contro il Potere sparisce dal controdiscorso di fine anno di Beppe Grillo. Il fondatore del Movimento cinque stelle si presenta alle 20,30, in diretta Facebook, in concomitanza il discorso alla nazione del capo dello Stato Sergio Mattarella, per tenere il tradizionale (20esima volta) messaggio all'umanità.

Il comico genovese parla con un corpo non suo, di un culturista, e una maschera raffigurante la propria faccia. Grillo è costretto a modificare il copione: niente attacchi alla casta. Nel discorso lampo, non c'è alcun passaggio contro privilegi e sprechi della classe politica. Non c'è traccia di critiche al governo e ai ministri. La mission politica sembra essere sparita dalla propaganda del garante dei Cinque stelle. Un cambio di strategia comunicativa, comprensibile per Grillo: ora sulle auto blu viaggiano i suoi delfini, Luigi di Maio, Danilo Toninelli, Giulia Grillo. E nelle stanze del potere romano siedono i portavoce da lui allevati.

Grillo non può sferrare attacchi contro le trivellazioni, perché il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, del governo gialloverde, ha appena autorizzato le compagnie petrolifere a trivellare Basilicata e Campania. Non può scendere in campo in difesa delle popolazioni pugliesi che si battono contro il Tap: il M5s ha appena confermato il gasdotto in Puglia. Non può parlare dell'Ilva. Restano, dunque, pochi argomenti da offrire alla platea di attivisti grillini che da 20 anni segue il controdiscorso di Grillo. Un messaggio che diventa un misto di sogni e pentimento. Di battaglie perse e confusione. Nel suo passaggio più significativo, Grillo ammette di «non essere più l'Elevato». Sposta poi l'attenzione al prossimo secolo: «Non so neanche che anno sia. Io ragiono per secoli, ormai ho diviso la mia mente dal mio corpo. Il mio corpo lo potete vedere, è un sogno, e i sogni saranno la battaglia che dovremmo fare nel prossimo secolo. Non so cosa sto dicendo, sto riflettendo su che tipo di individuo sarò nel prossimo secolo. Non voglio perdere la mia coscienza e il mio augurio è che non perdiate la vostra. Siate umani. In alto i cuori, se li avete ancora».

Un messaggio che non solo non fa più presa sugli attivisti, il discorso di Grillo perde la sfida delle visualizzazioni con Mattarella, ma che viene addirittura snobbato da Di Maio e Di Battista: i due leader del M5s hanno sempre condiviso e rilanciato sui profili social il discorso del capo. Quest'anno, al controdiscorso di Grillo hanno preferito postare sui social le foto della settimana bianca. È ormai un Grillo in preda a una crisi di identità e in caduta di appeal anche tra i propri fedelissimi. Spuntano, inoltre, altre differenze rispetto agli anni scorsi. In primis, la durata: nel 2017 il controdiscorso è durato 15 minuti. Quest'anno 1 minuto e 49 secondi.

Ma anche nel 2016 e 2015 i messaggi del comico sono stati lunghi e hanno affrontato tematiche politiche. Il più duro nel 2015, quando Grillo apri il messaggio con un attacco al capo dello Stato Mattarella: «Abbiamo un presidente della Repubblica che è l'ologramma di un ologramma, unico caso al mondo». Senza risparmiare insulti ai leader politici. Nel mirino finì anche il leader leghista Matteo Salvini, che oggi è un alleato di governo: «Pensate che Salvini sia un leader e Brunetta un esponente del Parlamento italiano? Sono ologrammi venuti male».

Ma pare che oggi sia proprio Grillo a esser diventato l'ologramma di se stesso.

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