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Grillo sfida il Cavaliere. Ma non il Carroccio

Grillo sfida il Cavaliere. Ma non il Carroccio

Perché Beppe Grillo se ne esce con la narrazione del reddito di nascita? È una palese amplificazione del concetto di reddito di cittadinanza, che aggancia il diritto a essere mantenuti non soltanto alla partecipazione al consesso sociale, la cittadinanza appunto, ma all'esistenza stessa della persona: purché respiri, becca dei soldi. Non è che un'amplificazione in più stoni col personaggio, che all'estero indicano per quello che è, un comedian. Però è fuori tempo. Questo non è il momento di spararle ancora più grosse, bensì quello degli smussamenti che agevolino il compromesso, che resta l'essenza della politica di governo in una democrazia parlamentare. Inoltre, il comico non è stupido, come ha dimostrato in questi anni. Allora, perché alza l'asticella del salto che il prode Giggino si appresta a compiere nelle prossime settimane, quando dovrà salire al Colle e spiegare al capo dello Stato con chi sarebbe disponibile a formare una maggioranza parlamentare, negoziando sulle cose da fare e accettando qualche altrui richiesta?

Forse perché deve e vuole marcare il territorio verso il più ostico (per lui) degli attori che ancora occupano la scena: Silvio Berlusconi. Colui che, parliamoci chiaro, sta di traverso a un'alleanza Lega-5S. La bordata del reddito di nascita va a colpire l'essenza stessa del capo di Forza Italia, quell'idea su cui sono incardinate tutte le altre. Lo spirito dell'imprenditore che si è fatto da solo, che gli aiuti se li è cercati e trovati, con le sue forze, con la volontà del lavoro e del sacrificio, sempre mettendosi in gioco. Era questa la promessa originaria: se ce l'ho fatta io, che sono uno come voi, che racconta barzellette e sta con gli amici, ce la puoi fare anche tu, a patto che mi dai l'opportunità di liberarti dai troppi lacci burocratici che ti frenano. Da qui Forza Italia e la Casa della Libertà, lo spazio di cui il singolo ha bisogno per esprimere la sua forza.

Insistere sul concetto di assistenza, amplificandolo, significa rendere indigeribile per Berlusconi e per Forza Italia qualsiasi dialogo con i 5S. È un aut-aut. Un messaggio chiaro agli altri populisti: parliamoci, ma solo tra noi. Dopotutto, i 5S altro non sono che la Lega di vent'anni fa, anche se la coreografia è diversa. La voce di quegli elettori arrabbiati verso un sistema che non capiscono e che li ha traditi. In un'eventuale ma possibile alleanza di governo, la voce delle imprese e di chi a vario titolo è parte produttiva del Paese sarebbe di intralcio.

Ecco allora che prendere le distanze potrebbe non essere solo una boutade, in genere credibili quanto le coincidenze, ma una precisa scelta di rendersi tanto immasticabili da farsi rifiutare, così da non dover essere loro, i 5S, a porre una conventio ad excludendum.

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