Politica

Guarisce dal cancro L'Inps rivuole i soldi

Serenella Bettin

In Italia non si ha nemmeno più il diritto di guarire. Emblematico ciò che è accaduto a una signora di 67 anni che è riuscita a combattere, e vincere, una grave forma di tumore. L'Inps, dopo la guarigione, le ha chiesto indietro i soldi della pensione di accompagnamento, corrisposti durante la chemioterapia. La signora, Sofia N. originaria di Rovigo ma residente a Roma, nell'agosto 2010, viene colpita al sistema immunitario da un linfoma non Hodgkin di tipo B. Dopo varie analisi viene sottoposta per due anni a tre cicli di chemioterapia. Per questo l'Inps le corrisponde un assegno di accompagnamento di 508 euro per ogni sei mesi di chemio. Oltre a una pensione di invalidità di 297 euro mensili. Nel 2014 inoltre la Commissione Inps riconosce alla donna il 100% di invalidità totale con permanente inabilità lavorativa, vista la gravità della patologia e la chemioterapia molto invasiva. La signora comincia a perdere i capelli, i denti e ad avere gravi problemi circolatori e dermatologici che ancora oggi in parte si protraggono. Nel luglio 2015 la donna si sottopone alla Pet (Positron Emission Tomography), una tecnica di medicina nucleare per verificare la presenza di metastasi o per stabilire se una terapia oncologica sia efficace o meno. E infatti il risultato della Pet, inspiegabile a detta dei medici, è di remissione totale della malattia. Un miracolo ma pochi giorni fa la stangata. A casa di Sofia arriva una lettera dall'Inps con cui le si chiede la restituzione delle somme erogate per due anni a titolo di pensione di accompagnamento, oltre a una parte di pensione di invalidità. «Dal ricalcolo della sua pensione si legge è derivato fino al 30 aprile 2016 un debito a suo carico di euro 4.250, 66». L'Inps quindi, vista la guarigione, le toglie l'accompagnamento, le toglie la pensione di invalidità e le chiede addirittura indietro i soldi. Soldi che ovviamente la donna non ha, dal momento che vive soltanto con una pensione sociale di 516 euro al mese.

La signora ora si è rivolta ad Agitalia che procederà dinanzi al giudice.

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