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Guerra nella maggioranza sulla caccia al contante

La sanatoria sul nero per Bersani "è riciclaggio". E il governo vuol disincentivare i pagamenti cash

Guerra nella maggioranza sulla caccia al contante

Tante proteste, nessuna smentita. Annunciate (forse involontariamente) dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Maria Elena Boschi sotto l'etichetta di «aggressione al contante» detenuto dagli italiani, le misure che troveranno spazio nella legge di Bilancio potrebbero andare oltre la sanatoria sui liquidi.

Potrebbero ad esempio spuntare incentivi all'utilizzo della moneta elettronica o, più probabilmente, disincentivi per scoraggiare le compravendite in banconote e monete. Già da due anni è in vigore il limite per l'uso del contante a 3.000 euro. Soglia decisa dall'ultima legge di Bilancio firmata dal governo Renzi. Per un breve periodo era stata fissata a 1.000 euro. L'uscita della Boschi potrebbe suonare come la volontà di ritornare alla vecchia soglia.

Per ora nei cassetti resta la voluntary disclosure sul contante detenuto dagli italiani. Nel mirino i 200 miliardi che si stima siano detenuti dagli italiani nelle cassette di sicurezza oppure in storage box che non fanno parte del circuito delle banche.

Resta anche in campo l'ipotesi di inserire l'obbligo di acquistare con parte dei soldi emersi dei titoli di Stato. L'obiettivo è piazzare Bot e Btp e quindi e tamponare (in minima parte visti i volumi) l'effetto della fine del Quantitative easing della Bce. Poi, soprattutto, fare cassa e tappare i tanti buchi della legge di Bilancio che stanno emergendo. «Sulla legge di prossima presentazione, peggio di come ha iniziato il Governo non poteva fare», ha commentato il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta, che definisce la sanatoria con obbligo di acquisito dei Bot come una nuova edizione del «risparmio forzoso».

Male anche le altre ipotesi che stanno emergendo, a partire della nuova stretta sulle compensazioni Iva. Il governo sta pensando di abbassare la soglia oltre la quale non è possibile compensare automaticamente i crediti del contribuente con le imposte dovute a 2.500 euro. In altre parole, lo stato farà cassa ritardando il pagamento dei debiti fiscali.

Insomma, quella del governo di Paolo Gentiloni doveva essere una manovra neutra e di galleggiamento, ma non sarà così. Le nuove sanatorie (è praticamente certa anche una riedizione della rottamazione delle cartelle con l'inclusione dei redditi 2017 di circa 400 mila contribuenti) piacciono pochissimo alla sinistra.

Ieri Pier Luigi Bersani ha attaccato pesantemente la voluntary del contante definendola «riciclaggio a modica spesa». Gianna Fracassi della Cgil ha parlato di «un premio per» i contribuenti «disonesti, un incentivo alla futura evasione fiscale». Alessia Morani, vice-presidente del gruppo Pd alla Camera, senza smentire l'idea della sanatoria, accusa Bersani di un «esercizio puramente tattico».

Silenzio dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che ieri era in vista alla sede della Cgil. Quando la prima versione della sanatoria fu proposta da Renzi, il ministro fece pesare il suo No, al quale si aggiunse quello del capo dello Stato Sergio Mattarella.

A favore della norma l'allora sottosegretario Enrico Zanetti, che oggi invita a maggiore cautela.

E, soprattuto, ricorda che non è mai stata realizzata la riforma che doveva seguire la rottamazione delle cartelle e che in qualche modo la giustificava: l'abolizione dell'aggio di Equitalia.

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