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Prima guerra Salvini-M5s "Le misure? Da migliorare"

La Lega vuol correggere il provvedimento e spinge per il ritorno-lampo dei voucher. Giorgetti prova a mediare

Prima guerra Salvini-M5s "Le misure? Da migliorare"

I malumori nel tessuto produttivo del Nord Italia per l'irrigidimento del mercato del lavoro si fanno sentire. E così la Lega prova a mediare sul Dl Dignità e a dare risposte alla base, cercando di incassare qualche modifica in sede parlamentare, senza però indebolire la posizione di Luigi Di Maio che su questo provvedimento ha investito per «rimontare» in termini di visibilità rispetto allo strapotere mediatico di Matteo Salvini.

Va così in scena il primo braccio di ferro tra i due partiti di governo, sia pure in un clima di fair play e senza alcuna volontà di esasperare i toni, con Giancarlo Giorgetti, il problem solver del Carroccio, impegnato a promuovere qualche correzione che non stravolga il provvedimento.

Le perplessità della Lega investono alcune parti del decreto dignità e il presidente dell'Inps Tito Boeri, che il segretario leghista vorrebbe sostituire. Il capo politico del M5s, ieri al termine di una conferenza stampa con lo stesso Boeri, ha invece ricordato che il mandato di quest'ultimo scade nel 2019. Ma il vero nodo è sul primo provvedimento economico dell'esecutivo Conte.

«Non ci sono divergenze con la Lega sul decreto dignità» assicura Di Maio. «Ho parlato ieri con Matteo Salvini e siamo d'accordissimo». Il ministro dell'Interno non era presente nella riunione del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al Dl dignità né alla conferenza stampa a Palazzo Chigi di illustrazione del provvedimento, impegnato a Siena per il Palio e per la visita a una villa confiscata alla criminalità organizzata. Al suo posto c'era il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Arrivando all'assemblea dell'Ania, Salvini definisce un «buon inizio» l'approvazione del Dl dignità. «Poi», precisa, «il Parlamento cercherà di renderlo ancora più efficiente e più produttivo». «Sicuramente» è giusto, ha chiarito, «arginare le delocalizzazioni, arginare il gioco d'azzardo e la ludopatia, che sta rovinando migliaia Di famiglie, e tentare di mettere mano alla precarietà con modalità su cui poi lavoreremo in Parlamento».

Di Maio, di fronte a questa impostazione, lascia aperto uno spiraglio: «Se le modifiche vanno nell'ordine del miglioramento troveranno un dialogo, invece se si vogliono annacquare le norme che abbiamo scritto allora il M5s sarà un argine

».

Il nodo è come evitare di complicare la vita ai piccoli e micro-imprenditori da sempre vicini alla Lega. Una compensazione potrebbe arrivare a settembre quando la Lega metterà in campo il suo disegno e la sua proposta fiscale riguardante soprattutto piccole e medie imprese con una modifica dei regimi dei minimi e una flat tax più bassa legata ai giovani imprenditori (così come il Carroccio potrebbe accelerare il suo dl omnibus sulla sicurezza da presentare entro l'estate in Consiglio dei ministri).

Altro tema caldo è quello dei voucher con la Lega schierata nettamente a favore della reintroduzione, soprattutto nel settore dell'agricoltura, ma anche nel turismo, e che potrebbe diventare altro argomento di confronto parlamentare. «Ribadisco che secondo me i voucher in agricoltura servono, servono anche per togliere l'idea che visto che non ci sono l'unica soluzione è il lavoro nero» dice il ministro delle Politiche Agricole, Gianmarco Centinaio, intervenendo all'assemblea Anbi.

«Non penso che i voucher risolveranno tutti i problemi, ma perché rinunciare? Uno Stato che rinuncia a una fetta di legalità per una questione di principio è uno stato che ha fallito».

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