Politica

La guerra per scalare Consob e Palazzo Koch

L'esecutivo punta alle due poltrone di vertice, ma così indebolisce le Authority in Europa

La sede di Bankitalia
La sede di Bankitalia

Consob e Bankitalia sono da settimane alla berlina per i 430 milioni di euro di obbligazioni subordinate di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti spazzate via, insieme alle speranze di 130mila famiglie italiane, da un piano di salvataggio raffazzonato dal punto di vista tecnico-giuridico quanto costoso: 3,6 i miliardi a carico del sistema del credito.La battaglia del «risparmio tradito» si intreccia però con un'altra guerra ancora sottotraccia: quella per chi comanderà tra qualche anno proprio nelle due Authority rimaste incolumi dalla manovra riformatrice (e rottamatrice) del governo di Matteo Renzi. Si chiaro il mandato del presidente della Consob Giuseppe Vegas scadrà solo nel 2017, e quello del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco l'anno successivo. A meno di clamorosi risvolti giudiziari, non sono quindi attesi ribaltoni. Nè Vegas né Visco fanno tuttavia parte del giglio magico che circonda il «sindaco d'Italia». Al contrario entrambi si erano insediati con l'appoggio del centrodestra.Bandiere politiche a parte, diciamo subito che è inutile lamentarsi che l'Europa strapazza il nostro sistema bancario in ogni occasione, a partire dagli stress test, mentre è «indulgente» con le concorrenti tedesche. Perché una Authority può essere tanto incisiva oltreconfine quanto è «legittimata» in patria. Un aspetto fondamentale perché se prima della Vigilanza Unica, Bankitalia e Consob potevano ripulire i panni nel Tevere, oggi fanno i conti con Bruxelles. E la resistenza che sta incontrando la progettata bad bank di Stato dimostra quanto l'Europa sia coriacea.Lo stesso governo aveva peraltro lanciato un primo segnale di distanza a Consob, attendendo 18 mesi prima di nominare a inizio dicembre i due commissari mancanti per completarne il vertice. Pochi giorni fa il secondo «strappo», con la decisione di affidare all'Anticorruzione di Raffaele Cantone il destino degli obbligazionisti subordinati di Etruria & C . Scelta che ha destato amaro stupore a Roma visto che è la Commissione a custodire i segreti della Borsa e che lì lavorano i tecnici pagati per denunciarne le anomalie. L'11 dicembre lo stesso direttore generale di Bankitalia Salvatore Rossi in un'intervista al Corriere della Sera aveva notato, pur assestando una stoccata, come fosse di Consob il compito di vigilare sul risparmio. Ora Visco e Vegas appaiono comunque in piena sintonia nel rivendicare la bontà del proprio operato. Il governo non sembra peraltro trattare con i guanti bianchi neppure Palazzo Koch. Basta pensare alla riforma delle banche popolari che Renzi ha prodotto per decreto legge a inizio di quest'anno. Un cambiamento per cui Visco combatteva da anni e che, peraltro, è andato a annientare prima il voto capitario che la piaga dei prestiti alle parti correlate (cioè agli amici degli amici).

Eppure Via Nazionale è uno dei poteri centrali del nostro Paese, al punto da essere in cima ai pensieri del capo dello Stato Sergio Mattarella e da aver allevato nelle sue fila almeno due premier degli ultimi 25 anni: Carlo Azeglio Ciampi e Lamberto Dini.

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