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Guerra sui vitalizi, ma nessuno li taglia

Dal M5s una delibera contro il privilegio. Il Pd: «È solo copia e incolla»

Guerra sui vitalizi, ma nessuno li taglia

Roma «È una balla quando ci dicono che i vitalizi sono stati aboliti tuona il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio - questo è un vitalizio mascherato, un privilegio medievale che noi vogliamo cancellare con 20 righe e una semplice delibera». Il M5s torna a cavalcare il grande tema populista delle pensioni dei parlamentari, presentando una nuova proposta per armonizzare il regime previdenziale di deputati e senatori con quello dei lavoratori pubblici e privati. A regalare l'assist ai grillini per l'ennesima sortita a favore di telecamere, ci aveva pensato qualche giorno fa l'ex presidente del consiglio Mattero Renzi, che nell'impeto della battaglia precongressuale del Nazareno, non aveva resistito alla tentazione di affondare il colpo nel corpaccione della minoranza dem, accusandola di non voler andare al voto anticipato solo per salvare la pensione.

Ed è un fatto che nell'attuale legislatura quasi due parlamentari su tre siano al primo mandato. Ciò significa che la possibile perdita del diritto alla pensione per la fine anticipata della legislatura riguarderebbe più del 60% dei parlamentari. E forse non è un caso se è proprio il Pd il primo a replicare a stretto giro, con la vicepresidente del gruppo alla Camera Alessia Morani che accusa il M5s di aver fatto «un copia e incolla» velleitario e demagogico della proposta Richetti, «che parte da una buona pratica attuata dal consiglio regionale dell'Emilia Romagna». Perché, accusano i democratici, per metter mano a una materia che coinvolge anche l'Inps, non basta una semplice delibera dell'ufficio di presidenza, ma ci vuole una legge.

La critica più dura alla proposta «anti-casta» pentastellata arriva però da alcuni parlamentari ex grillini come Tancredi Turco, Eleonora Bechis e Massimo Artini, che insieme ad altri delusi del M5s, fondarono Alternativa Libera, componente del gruppo misto alla Camera, proprio con l'obiettivo di cancellare vitalizi dei deputati. «Grazie alla nostra costante pressione sull'ufficio di presidenza della Camera ricordano i deputati di Al - siamo riusciti ad ottenere qualche risultato, come l'equiparazione dei coefficienti di rivalutazione delle pensioni dei deputati a quelli utilizzati dall'Inps». Una battaglia condotta in solitaria, ricordano oggi, mentre i reiterati inviti a sostenerla rivolti ai pentastellati, cadevano puntualmente nel vuoto: «Un comportamento che ci fa sospettare che molti dei nostri ex colleghi non siano così convinti di volersene privare».

E a sospettare si sa, spesso ci si azzecca.

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