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Guerriglia nel governo, Salvini evoca le urne Di Maio: «Così fai danni»

Il leghista insiste sulla flat tax in manovra I grillini: «Se vuole il rimpasto lo dica»

Guerriglia nel governo, Salvini evoca le urne Di Maio: «Così fai danni»

Ancora una giornata di guerriglia dentro la maggioranza, una prassi quotidiana che ormai va in scena da mesi e andrà peggiorando con l'approssimarsi della legge di bilancio. Lega e M5s hanno vari fronti di discussione aperti, dallo scontro sulla riforma della giustizia ai ministri grillini nel mirino dei leghisti, alle misure economiche da inserire nella manovra compatibilmente con la coperta cortissima dei conti pubblici. La convinzione di Salvini è che i Cinque Stelle vogliano sgonfiare la flat tax, riforma bandiera della Lega, e snaturare l'autonomia votata a furor di popolo da lombardi e veneti nei referendum del 2017. Di Maio insiste nel mettere in dubbio la sostenibilità della tassa piatta: «Le coperture per la flat tax restano un mistero - spiega il leader M5s intervistato in radio - Se il cavallo di battaglia della Lega è la flat tax noi ci aspettiamo da loro che ci dicano il numero di miliardi che servono per farla. Noi daremo tutta la mano possibile, ma non si può stare al governo sempre con un atteggiamento di opposizione». La strategia grillina, dopo aver pagato duramente nei consensi la supremazia di Salvini, è quella di controbattere puntop su punto rinfacciando all'alleato le stesse accuse che la Lega muove al M5s, quella di dire sempre no a tutto. Ora sono i grillini che rimproverano di questo i leghisti, con un'inversione dei ruoli. «La verità è che a fine anno noi necessariamente dobbiamo abbassare le tasse - dice Di Maio -: noi abbiamo il progetto di abbassare il costo del lavoro per gli italiani, intervenire sul cuneo fiscale, e costa 4 miliardi. Abbiamo poi il progetto per abolire il canone Rai e ridurre il bollo auto, bisogna farlo però senza questo atteggiamento del non mi va bene quello che fate voi».

Da parte sua Salvini minaccia di rompere tutto e andare al voto se la finanziaria sarà all'acqua di rose, cioè senza un taglio vero delle tasse. «Noi abbiamo in testa un'idea chiara: questa è una manovra importante in cui tutti dovranno avere coraggio. Sennò il coraggio lo chiediamo agli italiani» dice in un'intervista al Corriere, prima di attaccare nuovamente il ministro delle Infrastrutture grillino, Danilo Toninelli, che Salvini vorrebbe far sloggiare, o quantomeno affiancare da un viceministro leghista (i due vice, Siri e Rixi, si sono dovuti dimettere). Il M5s per questo lo accusa di volere nuove poltrone. «Se Salvini vuole un rimpasto di governo lo deve dire chiaramente, se vuole andare a votare lo deve dire chiaramente» commenta il ministro del Sud, Barbara Lezzi (M5s). È la linea che indica Di Maio: rinfacciare a Salvini di volersi prendere altri ministeri e di mettere a rischio la stabilità con la continua evocazione di elezioni anticipate. «Ogni giorno si continua a dire che cade il governo, mi sta bene se lo dice l'opposizione», ma che lo dica chi sta al governo crea «instabilità che poi incide sull'economia» accusa Di Maio. Il voto sarebbe un problema per i grillini, in forte calo, mentre per Salvini si tratta solo di capire quale possa essere il pretesto per far detonare la crisi dando la responsabilità di aver tradito i patti al M5s.

La flat tax, inserita nel «contratto del governo del cambiamento», potrebbe fungere da miccia perfetta.

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