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Il guru del web denuncia: "Aggredito da migrante". E la Rete gli dà del razzista

Aranzulla racconta la sua disavventura in tram a Milano ma è lui a finire sotto accusa

Il guru del web denuncia: "Aggredito da migrante". E la Rete gli dà del razzista

La star di internet scrive un post su un'aggressione subita da parte di un migrante e viene accusato di razzismo. Salvatore Aranzulla, 26enne notissimo per i consigli su come muoversi nel web che pubblica sul suo sito, da qualche giorno è al centro dell'attenzione. Ma non per la sua opera di divulgazione, sul suo portale ci sono risposte a settemila quesiti del tipo «come rintracciare un cellulare rubato», ma per aver denunciato un'aggressione da parte di «una persona di colore, di quelle che salviamo dalla guerra» avvenuta martedì sulla linea 9 del tram. Zona Stazione Centrale di Milano.

Atto vile, secondo buona parte del popolo della rete, anche per la chiusura del ragionamento con la considerazione «Ma forse una riflessione più generale va fatta...». Pessima idea, visti i commenti astiosi che si sono riversati sul sito, per Aranzulla che si è visto costretto a tornare sull'argomento con un secondo post per specificare di essere «rimasto piuttosto amareggiato da alcuni commenti al post che ho pubblicato ieri riguardo l'aggressione che ho subito. Accusare di razzismo una persona come me emigrata dalla Sicilia mi sembra veramente incredibile».

La voglia di indicare il nemico per condannarlo si è infatti allargata anche ad altri post classici di Aranzulla, costringendolo all'intervento riparatore dove ha anche specificato: «Come ho scritto ieri, il colore della pelle, la provenienza geografica o il credo religioso sono per me fattori del tutto ininfluenti nel rapporto con le persone. Allo stesso tempo chi vive a Milano o a Roma penso che non possa obiettare sullo stato di degrado e di pericolosità di zone come le stazioni Centrale e Termini. L'episodio di ieri è stata la riprova. La persona che ha tentato di aggredirmi era un immigrato di colore: non è colpa mia se lo era e questo quindi ho scritto».

Aranzulla, forse anche per tutelare il suo seguito da oltre 430mila persone su Facebook, 22mila follower su Twitter e più di 19mila su Instagram, ha comunque ribadito le scuse nei confronti di chi si fosse sentito offeso. Le denunce sulla situazione dei due scali ferroviari però non sono nuove: il recente intervento delle forze dell'ordine nella piazza della Centrale di Milano, criticato anche dal sindaco Giuseppe Sala per le modalità con cui è stato operato, è stato un tentativo di riportare un grado tollerabile di sicurezza per tutti i cittadini. Ma la sfida tra chi è più guru dei valori su internet, e in particolare sui social network, è molto tesa.

E per riprendere un altro esempio, dopo l'emigrato napoletano accusato di razzismo, c'è stato anche il figlio di migranti iscritto d'ufficio tra i nostalgici del Duce. Mattia Abdu, assessore all'Urbanistica del Municipio 1 in quota Pd con origini egiziane da parte di padre, lo ha sperimentato. In un suo recente intervento, anche in questo caso su Facebook, ha difeso Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia nell'occhio del ciclone per aver detto che uno stupro è più odioso se commesso da un profugo: «Il patto di accoglienza non può essere rotto - ha affermato Abdu sui social - Ogni volta che lo si rompe si insultano tutti quelli che da 1, 10, 20, 40 anni si sono fatti una vita nel nostro Paese. Chi ha vissuto sulla propria pelle un percorso di immigrazione farebbe dei comunicati molto più duri. E ritengo di essere profondamente di sinistra e antirazzista solo che da figlio di un immigrato so di cosa parlo».

Anche in questo caso decine di commenti e censure per il «contenuto razzista» del suo post.

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