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Il gusto pieno della storia? Un whisky di due secoli fa

Il collezionismo di bottiglie antiche costa prezzi folli. E c'è chi trasforma i liquori d'epoca in orologi di lusso

Il gusto pieno della storia? Un whisky di due secoli fa

Che gusto c'è è difficile capirlo. La sola vista della bottiglia, «ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti» diceva il Dracula di Briam Stoker, fa venire voglia di chiamare d'urgenza le task force anti contaminazione da ebola e quello che c'è dentro poi più che il nettare degli dei ti fa venire in mente la risciacquatura dei piatti quando ristagna da giorni. Per questo kamikaze disposti ad assaggiare vini che hanno l'età di Matusalemme o del Numero Uno di Alan Ford è difficile trovarli persino nell'Isis. Ma va così: per questi rottami liquidi si fanno follie, come se al posto dell'acqua sporca ci fosse la sorgente dell'eterna giovinezza. L'ultimo caso: il Collector's club Wealth Solutions ha deciso di aprire una bottiglia di «Old Vatted Glenlivet» 1862, cioè del più antico whisky del mondo, per creare orologi di lusso animati da «spiriti unici», cioè con dentro alcune gocce del Sacro Graal dei distillati. Cosa del resto già sperimentata, con un gruppo di orologiai svizzeri indipendenti, con il «Cognac Watch», corretto al «Gautier 1762», e il «Rum Watch», ritoccato da un «Harewood 1800, cioè il cognac e il rhum più antico. Un'altra goccia l'hanno messa in una penna stilografica. Il whisky però, dicono gli esperti non è come il vino, una volta imbottigliato può durare quasi in eterno.

Ma questa è solo l'ultima della collezione. La nonna di tutti i relitti pare sia stata ritrovata in Germania, più o meno a metà Ottocento, una bottiglia di epoca romana con dentro vino e olio. Una delizia. A Brema nella cantina del municipio giurano che quello conservato nelle botti sia «il vino dei dodici apostoli», che, grazie a dio, non è quello dell'ultima cena, ma un liquido che risale al 1653, cioè, tanto per capirci, un anno prima che nascesse Voltaire. Il rum con l'etichetta più suonata sembra sia un «View Rhum Anglais» del 1830, mentre lo sherry «Massandra de la frontera», venduto per oltre 40mila dollari a un'asta nel 2001, è nato nell 1775.

Dietro queste bottiglie più che la tigna maniacale del collezionista c'è una vita avventurosa. Da una nave commerciale, la «Sidney Cove», naufragata nel 1797 al largo delle coste australiane mentre tornava dall'India e rimasta per secoli nei fondali riportarono a galla una birra che gli scienziati del Queen Victoria Museum e della Art Gallery in Tasmania, chissà perchè, hanno cercato di resuscitare clonandola attraverso il lievito recuperato dalla bottiglia. L'hanno ribattezza «Preservation Ale», dicono sia «leggera e fresca» per avere nei geni una birra di 200 anni passati. Sotto il ghiaccio dell'Antardide sono rimaste invece sepolte sette casse di whisky che l'esploratore Ernest Shackleton portò nella sua prima spedizione in Antartide nel 1907: un secolo dopo una distilleria scozzese ha clonato il recuperato whisky di Shackleton per gli appassionati contemporanei. Cosa la renda migliore di quella che avete fresca nel frigo non si sa.

Anche il vino ha il suo avo ancora in vita. Un bianco d'Alasazia che aveva già vent'anni quando Cristoforo Colombo progettava il viaggio nelle Indie che invece lo avrebbe poi portato in America. Più di cinque secoli di invecchiamento e a quanto raccontava Le Figaro ancora bevibile. Lo hanno assaggiato solo tre volte, l'ultima nel 1944 dal generale Leclerc per festeggiare la liberazione di Strasburgo. Non si sa se sia sopravvissuto.

Per andare a quelli che in epoche più recenti hanno stabilito dei veri record del mondo Un «Chateau Mouton Rothschild» di sei litri, vendemmia 1924, fu venduto per la cifra record per l'epoca, era il 1984, di 9mila sterline, più o meno 40mila euro di oggi, un «Quinta do noval national», un porto del 1931, fu aggiudicato per 6mila euro di oggi, un «Steinberger Riesling Cabinet» del 1893 fu battuto per 28mila euro. Pare che il gusto della Storia sia impermeabile al tempo che passa.

Alcuni pezzi d'antiquariato vinicolo poi hanno natali illustri. Gorbaciov mise all'asta le cantine degli zar, sepolte nelle caverne della Crimea, che custodivano un milione di bottiglie, alcune delle quali datate 1830. Andarono via quasi tutte per un miliardo e mezzo. I vini di Ceausescu invece non li ha voluti nessuno. Una bottiglia antichissima di «Chateau Yquem», etichetta 1900, l'aveva in cantina anche il grande Fernandel, fu l'unica a trovare un acquirente di tutta la sua cantina. E c'è poco da ridere.

Scambiata per acqua minerale ma in realtà vodka di duecento anni fu anche quella recuperata sul relitto di una nave affondata al largo delle coste della Polonia dai ricercatori del National Maritime Museum di Danzica.

Pare che gli uomini di scienza abbiano trovato il liquido, prima di scomparire in una nuvola di polvere, di odore ripugnante ma di guisto ottimo. Cosa vuoi di più dalla vita?

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