Cronache

"Ha voluto uccidere il ruolo di mamma"

Lo psichiatra Bernardo Carpiniello: "Impossibile negare la realtà della gravidanza per nove mesi"

"Ha voluto uccidere il ruolo di mamma"

Sembra un atto del tutto inspiegabile. Una madre che getta dal balcone il figlioletto appena nato. Ma, al di là delle bugie e dei racconti che la donna può aver riferito ai carabinieri, cosa può essere scattato nella sua testa? A dare una spiegazione è Bernardo Carpiniello, presidente della società italiana degli psichiatri e professore di psichiatria all'università di Cagliari.

Dottor Carpiniello, da cosa può nascere l'istinto di uccidere il proprio figlio?

«Probabilmente con quel gesto la donna non ha voluto uccidere il neonato ma il suo ruolo di madre. Come a dire: non posso diventare mamma, non voglio diventarlo».

Un atto contro natura.

«Noi abbiamo un'idea della maternità molto edulcorata. In realtà, seppur rarissimi, gli infanticidi sono sempre esistiti. Tragedie simili si possono verificare anche quando non c'è una vera psicopatologia ma semplicemente dove è in atto un dramma interiore associato a una forte fragilità».

Dove sta il confine tra le due cose?

«È molto difficile capirlo, dipende dai casi. Certo è che, ai fini delle indagini, ci si limita a classificare le persone in capaci di intendere e volere o meno. In realtà ricostruire il quadro psichico di un individuo è molto più complesso».

Non è possibile che sia stato un gesto meditato?

«Non credo, è più facile che sia stato un gesto impulsivo nel momento in cui si è materializzato ciò che non si voleva vedere. In questo caso il bambino. Ma non si può banalizzare tutto parlando di semplice istinto».

Tutti sono rimasti colpiti dalla calma e dalla freddezza con cui la donna ha raccontato i fatti.

«Situazioni di forte stress, gli interrogatori in caserma, i carabinieri e tutto il resto deformano i meccanismi di difesa e probabilmente hanno creato una sorta di amnesia momentanea».

Cioè la donna non si ricordava davvero di aver gettato dal balcone il bimbo?

«È come se la mente avesse cercato di staccare dalla coscienza una parte di sé. E da qui nasce quella che a noi sembra indifferenza verso i fatti. Poi solitamente ci sono grossi crolli emotivi».

La donna dice di non essersi accorta della gravidanza. Possibile?

«Difficile. Chi trasforma la realtà magari all'inizio nega la gravidanza, ignora i sintomi o li attribuisce ad altre cause.

Ma solo per poco tempo, non per nove mesi».

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