Cronache

"Ho la pistola sul comodino" L'esasperazione dei moderati

Fa discutere il tweet di Tosi, il sindaco di Verona che dorme armato. Mancano leggi adeguate, è emergenza

"Ho la pistola sul comodino" L'esasperazione dei moderati

Che il sindaco di Verona, Flavio Tosi, dorma con una pistola sul comodino, fa un certo effetto. Soprattutto se a dirlo è colui che dopo aver abbandonato la Lega Nord nel 2015, ha fatto armi e bagagli per fondare il suo nuovo progetto politico «Fare!» E soprattutto se a dirlo è colui che aveva dichiarato di sostenere il governo Renzi, il centro sinistra che di armi non ha mai voluto sentir parlare.

«A casa ho inferriate ai serramenti, c'è l'allarme, dormo con una pistola sul comodino. Senza leggi adeguate, devo proteggere la mia famiglia» ha scritto Tosi su Twitter, sabato alle 16.49, riferendosi ai recenti fatti di Lodi dove un ristoratore ha sparato e ucciso un ladro, un romeno di 28 anni, durante un tentativo di furto.

Un tweet ricondiviso poi da Tosi stesso sulla sua pagina Facebook che ha fatto il giro dell'intero web.

«È un dato di fatto spiega ieri a Il Giornale, il sindaco Flavio Tosi io abito in estrema periferia, non dico in aperta campagna ma i ladri quella zona lì l'hanno già battuta più e più volte. Sono entrati in casa come nei garage e quindi proteggo me e la mia famiglia, è un fatto di prudenza. È difficile sentirsi sicuri in casa propria, soprattutto in zone periferiche, siccome non voglio essere sorpreso in casa perché sono persone pericolose, allora mi difendo».

Un problema quello della legittima difesa da sempre battuto su più fronti, con chi tira la coperta da un lato per coprire anche chi in preda al panico si difende e chi la tira dall'altro, dicendo che «no, le armi non si devono usare».

Ma il sindaco veronese in questo caso dà man forte alle posizioni da sempre sostenute dalla Lega.

«L'ultimo che provò a dare un minimo di giustizia a chi si difende e a correggere in meglio queste norme ci dice Tosi fu l'allora ministro Roberto Castelli che mise mano, correggendolo in parte, al concetto di legittima difesa. Bisognerebbe ampliarlo, non dico come negli Stati Uniti, dove la proprietà privata è totalmente inviolabile però il diritto di difesa deve esistere. Non puoi colpevolizzare quel commerciante, quel pubblico esercente che si trova in casa lui, la famiglia, quattro delinquenti e in qualche modo si difende. Non ci può essere giudizio, non è razionale la difesa in quel momento. Uno si trova in casa delle persone e si difende e non puoi dire non dovevo usare l'arma o come dovevo usarla. Bisognerebbe trovarsi in quella situazione per provare a capire cosa si sente, cosa si prova».

Il governo di centro sinistra non ha mai voluto sentir parlare di armi. «Sì ci dice Tosi però se ci fossero delle leggi adeguate allora lo Stato può chiedere al cittadino di non difendersi, ma siccome le leggi fanno ridere allora il cittadino in qualche modo si deve difendere. Purtroppo siamo in una situazione dove viene privilegiato chi delinque rispetto a chi si difende. Non lo faccio per esibizionismo. Io questo ragionamento lo faccio in maniera molto lucida». Quindi, Lei pensa che se le piombassero in casa userebbe l'arma?

«Io abito con la mia compagna, se mi entrasse qualcuno, io difendo la famiglia. Se uno entra di notte e sa che sei in casa, vuol dire che è disposto a tutto, anche a far del male e io devo prevenire».

Sparerebbe quindi? «Bé, credo di sì».

Parole destinate a rilanciare ulteriormente la polemica su un tema - quello della difesa dalle scorribande dei ladri in casa - che nel Nord-Est è particolarmente sentito, anche a causa delle molte rapine degenerate in gravissimi atti di violenza.

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