Cronache

"Ho visto morire persone diventate scheletri umani"

"Ho visto morire  persone diventate scheletri umani"

Mauro Garbuglia, 53 anni, è una delle vittime di Mario Pianesi (nel tondo) e della sua associazione. Per 28 è stato prigioniero dell'incubo della macrobiotica.

Come si è avvicinato all'Upm?

«Lo feci per motivi di salute, perché loro si proponevano come curatori di malattie di ogni genere. Venni introdotto come consumatore e iniziai a seguire corsi, conferenze, partecipai a vacanze studio per periodi più o meno lunghi nel cui corso si convincevano le persone ad adottare lo stile di vita indicato dal guru».

Cosa accadde dopo?

«Come tutti, una volta convinto, venni spinto ad aprire una mia attività. La scelta era tra un ristorante, un negozio, un laboratorio in cui i prodotti usati erano esclusivamente quelli forniti da Upm. Tutto veniva organizzato dall'alto. Il sistema era piramidale e imprenditoriale. Le persone venivano indotte a credere che questa fosse l'unica via che garantiva la salute e che tornare allo stile di vita precedente fosse ricadere nella malattia e nella sofferenza».

Era già malato, quindi?

«Avevo una malattia grave e cambiando alimentazione migliorai leggermente perché passando ad altro cibo, visto che prima mi nutrivo male, di solito si sta meglio. Il fatto è che mi indebolii sempre di più. Da 70 chili arrivai a pesarne 48. Quando sono uscito li ho ripresi, per fortuna».

Hai dato loro dei soldi?

«Mi convinsero a prendere un mutuo da 60mila euro, perché gestivo un'attività per conto della segreteria nazionale. Soldi finiti ovviamente a loro».

Lei ha visto casi di persone che a causa di questo regime alimentare sono morte?

«Assolutamente sì. Ho conosciuto persone che hanno avuto notevoli danni da questa dieta e poi sono morte».

Ha subito ricatti morali?

«Questa è la base della loro filosofia. La persona entra nel meccanismo, all'inizio è sempre una cosa positiva. Ma loro dicevano che miglioravamo grazie a loro, per cui ci inducevano a lavorare per loro come volontari, a partecipare alla loro attività e a lasciare la vita precedente.

Se cercavamo di uscire ci innescavano sensi di colpa e ci facevano terra bruciata intorno, con ricatti e intimidazioni verbali».

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