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"Hoffman mi toccò il sedere E poi disse: sono un porco"

All'epoca della violenza lei era minorenne. La star: «Chiedo scusa, non mi riconosco in ciò che ho fatto»

"Hoffman mi toccò il sedere E poi disse: sono un porco"

«Morte di un commesso viaggiatore», ma - prima della «morte» - Dustin Hoffman (all'epoca 48enne) aveva mostrato una grandissima vitalità. Soprattutto alle mani. Che - pare - abbiano toccato ciò che non dovevano della 17enne stagista Anna Graham Hunter, oggi scrittrice affermata.

Lei ora - a 32 anni dal misfatto - ha riesumato l'episodio sulla rivista Hollywood Reporter: «Hoffman mi molestò sessualmente sul set del film Morte di un commesso viaggiatore (film del 1985 con Hoffman interprete appunto del commesso viaggiatore Willy Loman, ndr). Mi chiese di fargli un massaggio ai piedi nel mio primo giorno di set, e io non lo feci».

Ma la richiesta di un «massaggio ai piedi» configura una molestia sessuale? Interrogativo - ammettiamolo - piuttosto pedestre. Anche perché la Hunter, 49 anni, rivela ben altro, ul «vizietto» del potentissimo attore: «Flirtava apertamente, mi palpava il sedere, parlava di sesso davanti a me. Una mattina sono andata nel suo camerino a prendere l'ordine per la colazione; mi ha guardato, ha fatto un gran sorriso. E poi mi ha detto: Vorrei un uovo sodo... e un clitoride alla coque. Il suo entourage è scoppiato in una risata. Io sono rimasta senza parole. Sono andata in bagno a piangere».

Le «molestie» (o le semplici battutacce da caserma?) sarebbero durate per cinque settimane, tutto il tempo della permanenza della giovanissima Anna sul set. Nella sua lettera-denuncia, la Hunter pubblica pure alcuni «struggenti» stralci delle lettere che scrisse alla sorella mentre era sul set: «Oggi, mentre lo accompagnavo alla sua limousine, mi ha toccato il sedere quattro volte. Ogni volta l'ho colpito, duramente, e lui mi rispondeva dicendomi che è un vecchio sporcaccione».

Oggi Hunter scrive: «A 49 anni, ho capito che ciò che ha fatto Dustin Hoffman rientra nello schema più grande di ciò che le donne sperimentano a Hollywood e altrove. Lui era un predatore, io ero una bambina, e quelle erano molestie sessuali». La scrittrice riferisce inoltre di aver fatto presente, all'epoca, il «comportamento inadeguato» di Dustin a un supervisor, che però le rispose di «fare un sacrificio» per il bene della produzione: battutona non meno risibile della famosa freddura sul «clitoride alla coque».

«All'inizio mi sentivo lusingata dalle sue attenzioni», ammette, finalmente, la scrittrice in un empito di sincerità.

Hoffman, oggi 80enne, ha risposto all'articolo della Hunter scusandosi: «Ho il massimo rispetto delle donne - ha dichiarato al Guardian - e mi fa sentire terribilmente male sapere che qualcosa che ho fatto possa averla messa a disagio. Mi dispiace. Non riflette la persona che sono». Insomma, «vecchio sporcaccione» sì, ma con una certa classe.

Intanto a passarsela sempre peggio - almeno a livello di immagine - è anche un altro celebre collega di Hoffman: quel Kevin Spacey che, qualche giorno, ha ammesso in un sol colpo di essere gay e pure di aver molestato 30 anni fa l'attore di Star Trek, Anthony Rapp.

Ieri ad accusare Spacey è spuntato un altro presunto attore molestato, il messicano Roberto Cavazos che sulla pagina Facebook ha scritto: «Spacey cercò di palpeggiarmi quando avevo 14 anni e lui era direttore artistico del teatro londinese Old Vic». Cavazos si mostra sicuro: «Emergeranno presto molte altre accuse di molestie sessuali contro Spacey. Io non l'ho tollerato, ma conosco gente che aveva paura di fermarlo». E che oggi non ha per nulla paura di rivendicare un nuovo status emergente: quello di presunto/a «molestato/a sessuale».

Che ci sia da guadagnarci su un bel po' di dollari?

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