Politica

Husky dopati alla gara in memoria di Balto

Positivo ai test lo staff di una slitta. Infangata la corsa della salvezza in Alaska

Sergio Arcobelli

Cent'anni fa un husky siberiano salvò la vita a migliaia di persone e portò a termine una missione al limite dell'impossibile. Il suo nome era Balto e, grazie alla sua forza di volontà, riuscì a percorrere in tempo quelle ultime cinquantatré miglia che lo separavano da Nome, una cittadina sperduta dell'Alaska. Con sé trasportava le fiale di antitossina che avrebbero permesso di curare i casi di epidemia di difterite scoppiati in quella località nel bel mezzo di neve ghiacciata e boschi e dove la temperatura si aggira sui -40 gradi. A complicare la mission impossible il fatto che le fiale si trovassero a seicento miglia di distanza, a Nenana per l'esattezza.

Ma come percorrere le 600 miglia che separano Nenana da Nome? Fu organizzata una staffetta di cani da slitta, che allora si utilizzavano per consegnare la posta. Alla fine le preziosissime fiale di antitossina giunsero in tempo - nel giro di cinque giorni sull'ultima slitta trainata da Balto, l'ultimo husky eroe. Le notizie dell'impresa fecero il giro del mondo e la staffetta fu presto rinomata come la «corsa del siero». Per non parlare del personaggio di Balto, immortale dopo la sua morte e sbarcato a Hollywood grazie a un film d'animazione prodotto da Steven Spielberg e omaggiato con una statua eretta al Central Park di New York. Quella corsa per la salvezza poi si è trasmutata in una vera corsa: l'Iditarod, ossia la corsa con i cani da slitta più dura del mondo che si svolge in Alaska.

C'è però chi ha deciso di uscire dal coro e danneggiare la memoria di Balto e l'impresa di quelle venti slitte partite da Nenana. È di un paio di giorni fa, infatti, la notizia che al termine della prova dell'Iditarod i cani di un'intera slitta siano risultati positivi all'antidoping. Insomma, la corsa del siero si è trasformata in corsa della (siero)positività. Secondo gli organizzatori, che non hanno rivelato l'identità dei colpevoli, i piloti furbetti avrebbero alterato le prestazioni dei propri cani di slitte somministrando loro il Tramadolo, un oppioide sintetico antidolorifico. «Non è di certo una buona situazione questa ha commentato un turbato Aaron Burmeister - uno degli organizzatori e anch'egli un pilota -. Spero che potremo gettare una luce positiva sull'evento e che il conducente faccia un passo avanti e si costituisca».

Per non offuscare l'impresa, quella vera, di Balto e dei suoi amici e colleghi a quattro zampe.

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