Cronache

I compagni si mobilitano per il terrorista in cella. Sofri: carcere disumano

Il francese Bové aveva scritto a Morales: caro Evo, aiuta Battisti. E ora continua a difenderlo

I compagni si mobilitano per il terrorista in cella. Sofri: carcere disumano

E adesso si scatenano i sostenitori di Cesare Battisti. In primis gli italiani, a cominciare da Adriano Sofri. L'ex leader di Lotta Continua, condannato come mandante dell'omicidio del commissario Calabresi si è scagliato contro Matteo Salvini dalle colonne de Il Foglio. «È una vendetta, vergogna e disgusto per il carcere e quello che rappresenta». Gli fa eco il fratello del terrorista, Domenico. «È innocente, era solo un delinquente da quattro soldi». Immediata la risposta di Salvini su Twitter: «Che vergogna. Dovrebbe solo stare zitto, almeno per rispetto di tutte quelle persone che, per colpa di un assassino, hanno perso la vita».

Ma anche fuori dai confini italici il «soccorso rosso» non è da meno. A difendere Battisti ci si è messo sul suo sito ufficiale anche José Bové, oggi vice presidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale al Parlamento europeo, eurodeputato dal 2009, nonché ex agricoltore e simbolo dei no-global. Se non fosse che il Giornale ha scoperto in esclusiva che Monsieur Bové quando mezzo mondo, a partire dall'Interpol, cercava il latitante ovunque, sapeva benissimo dove si trovasse ma si è guardato bene dal confidarlo alle autorità in barba al suo ruolo istituzionale. Abbiamo avuto accesso, infatti, a un'email del 31 dicembre da lui indirizzata a Patricia Hermosa Gutierrez, capo gabinetto della Presidenza della Repubblica della Bolivia nonché factotum di Evo Morales. L'email ha un tono colloquiale. «Caro Evo», scrive Bové da Meseta del Larzac, sua personale roccaforte, per poi entrare subito nella ricostruzione menzognera dei fatti così cara a certo mondo francese: «Battisti è stato condannato all'ergastolo senza possibilità di difesa durante il suo processo». Con l'arrivo di Sarkozy scrive «io stesso ho perorato direttamente il suo trasferimento in Brasile ma la vittoria di Bolsonaro lo ha obbligato a partire per la Bolivia». Per arrivare poi alla richiesta. «Ti chiedo che tu gli permetta di stabilirsi in Bolivia con una protezione giuridica simile a quella che a suo tempo gli aveva concesso il presidente socialista Mitterrand. Non esitare ad avvisarmi della tua decisione, rimango a tua disposizione se dovesse essere necessario. Spero tu possa accogliere in modo positivo questa richiesta».

Morales aveva dal canto suo già rifiutato cinque giorni prima la richiesta di asilo presentata da Battisti il 21 dicembre. L'email di Bové è stata, dunque, l'ultima carta per tentare di salvare una situazione già compromessa. Del resto l'ex agricoltore incarna benissimo quell'internazionale rossa che per anni ha protetto ovunque Battisti come altri terroristi. Nel curriculum dell'ex agricoltore, lo ricordiamo, ci sono vari arresti tra cui uno famosissimo nel 2002 a Millau in Francia per aver distrutto un Mc Donald. Nel 2007 poi è stato addirittura candidato alle presidenziali in Francia. Con il Brasile ha rapporti antichi. Nel 2001 in occasione del Forum sociale mondiale ha partecipato insieme ad integranti del Movimento Sem Terra verdeoro alla distruzione di 2 ettari di soia geneticamente modificata in una proprietà agricola della Monsanto nel Rio Grande do Sul. Nel 2010 aveva firmato un documento che appoggiava la candidatura della delfina di Lula, Dilma Rousseff, alla presidenza contro José Serra dietro cui, secondo Bové «la destra brasiliana sta mobilitando tutto quello che ha di peggiore nelle nostre società».

Nove anni dopo il nemico è diventato Bolsonaro e la sua scelta di dare l'ok all'estradizione di Battisti.

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