Politica

I consigli di Bocchino a Romeo: "Fai l'anticamorra"

L'ex Fli voleva agganciare il Questore di Napoli per fermare i controlli al cantiere dell'imprenditore

I consigli di Bocchino a Romeo: "Fai l'anticamorra"

Roma - Consulente a tutto tondo. Dagli atti dell'inchiesta sulle interferenze per gli appalti Consip salta fuori, al fianco dell'imprenditore Alfredo Romeo, il ruolo di Italo Bocchino e la sua fantasia nell'immaginare soluzioni ai problemi più disparati. Così, dopo aver provato a sfruttare il presunto ascendente su Raffaele Cantone del suo ex leader Gianfranco Fini, ecco Bocchino alle prese con una nuova grana di Romeo. Che, dopo aver vinto la gara per il Cardarelli, riceveva frequenti «visite» delle forze dell'ordine in cantiere, per controlli e verifiche. Romeo non ha dubbi: la regia occulta della manovra di disturbo arriva dal gestore uscente del servizio, che tra l'altro era imparentato con un alto funzionario della polizia. Come uscire dall'impasse? Il 12 giugno 2015 Romeo chiede suggerimenti sul punto a Bocchino, che pensa subito a interessare il questore di Napoli, per risolvere il problema: «L'unica cosa da fare sarebbe andare dal Questore e dire sì capisco che il mio concorrente, il mio competitor è cognato di Masciopinto però state un po' esagerando, e metterli in imbarazzo». Subito dopo, però, Bocchino pensa all'antica arte della diplomazia, e sonda un po' il terreno per cercare di trovare un aggancio con il comandante dei carabinieri che si era fatto vivo in cantiere. «Vuole capire - scrivono gli inquirenti - chi della loro ex area (politica) ha rapporti con quel mondo, ovvero con quello dell'Arma dei Carabinieri». Il suo contatto però non ha molto da consigliare, pensa semmai a interessare il sottosegretario alla Difesa in quota Ncd: «Dell'area ex nostra nessuno - spiega a Italo - posso vedere un attimo tramite qualche collaboratore di Gioacchino Alfano».

Bocchino annuisce «Posso chiedere anche a Gioacchino, è vero», ma continua a immaginarsi colloqui definitivi con il questore di Napoli. E parlando ancora con Romeo, ipotizza che l'amico imprenditore possa andare lì e ostentare una sua patente antiracket, seppur autoassegnata. «Una delle ipotesi - spiega all'amico e datore di lavoro - potrebbe essere quella di andare di chiedere appuntamento al Questore di Napoli e dire vabbè io sono andato lì (al Cardarelli, ndr) a fare il moralizzatore di una situazione compromessa, e poi se non mi trovo le Forze dell'Ordine dalla mia parte ma anzi finiscono a sindacare il lavoro che faccio..., cioè tu sei andato a cacciare la camorra dal Cardarelli», grida a Romeo. Che non nasconde di essere del tutto d'accordo. «Eh, infatti, infatti», dice l'imprenditore, mentre Bocchino insiste: «Questo è il punto dove bisogna spingere».

Che poi, quando si tratta di spingere, Romeo se la cava anche da solo. Per esempio a settembre 2016, nel suo ufficio romano, tratta con Carlo Russo «l'accordo quadro». Per Romeo vuol dire elargire soldi per Russo e per Tiziano Renzi in cambio di un cambio di rotta con la Consip, per le cui gare Romeo si sentiva sfavorito. Improvvisamente per dare uno sprint alla trattativa, l'imprenditore tira fuori come asso nella manica l'aver «rinnovato il contratto a quella signora». Russo non fa in tempo a rispondere, Romeo lo incalza: «Me l'hanno detto ieri e io dicevo: Ma chi cazz'è?», racconta, finché lo staff gli aveva chiarito chi fosse quella donna. La sorella della compagna dello stesso socio-amico di Tiziano Renzi, Carlo Russo.

Che gli accertamenti dei carabinieri confermano in effetti aver ricevuto «redditi da Romeo».

Commenti