Politica

I doni di Renzi e Marino alla cupola

Il governo garantì 100 milioni a una società legata alla banda. Dal sindaco uno stabile comunale a canone agevolato per Buzzi

I doni di Renzi e Marino alla cupola

Roma - Alla cupola capitolina tutti sembravano ansiosi di fare regali. In particolare nel Pd. Due i cadeau più importanti giunti alla ghenga di Mafia Capitale, confezionati e infiocchettati da Matteo Renzi e da Ignazio Marino.

Scartiamo il primo pacco. E facciamolo all'Eur, quartiere metafisico a Roma Sud. Qui opera l'Eur Spa, potentissima azienda controllata per il 90 per cento dallo Stato per opera del ministero dell'Economia e delle Finanze e al 10 per cento dal Comune di Roma, che si occupa della gestione e della valorizzazione del patrimonio mobiliare e immobiliare di un quartiere talmente peculiare e pregiato da essere considerato quasi un' enclave nella città.

Molto legati all'ente sono due personaggi per nulla secondari della maxi inchiesta che sta mettendo a ferro e fuoco la Capitale: Riccardo Mancini, arrestato perché sospettato di essere a libro paga del clan, e citato più volte nelle intercettazioni come il «ciccione». E Carlo Pucci, anche lui finito in manette. Mancini dell'Eur Spa è stato amministratore delegato e dominus a lungo, e durante il suo dominio del quartiere mussoliniano ha creato una serie di società tailormade come Aquadrome, che avrebbe dovuto far nascere un parco acquatico al posto del demolito velodromo olimpico, Eur Power e Marco Polo. Mentre Pucci dell'Eur Spa è stato manager di medio taglio. E non è un caso che l'Eur fa da location a molti degli appuntamenti di «lavoro» intercettati dagli inquirenti.

Ma che c'entra Renzi? Lo racconta Beppe Grillo nel suo blog: «È interessante ricordare - scrive il comico genovese - che Matteo Renzi, con il decreto 66 (quello dei famosi quanto inutili 80 euro) anticipò liquidità a Eur Spa per 100 milioni di euro, prelevandoli peraltro dal fondo per il pagamento dei debiti della Pa verso le imprese. Il travaso di fondi pubblici fu giustificato con la necessità di pagare imprese e fornitori di Eur Spa». Una scelta discutibile, a cui il M5S in sede di discussione parlamentare si oppose, «proponendo di pagare direttamente le piccole imprese creditrici e di sostituire i vertici della società Eur Spa che avevano creato un enorme buco di bilancio». Un'idea di semplice buon senso che «venne come di consueto cestinata senza tanti complimenti. Il risultato è che grandi quantità di soldi pubblici sono stati messi a disposizione di personaggi come Pucci e Mancini, entrambi arrestati per essere il primo a libro paga e il secondo a disposizione della “banda di Roma”». Insomma, «il premier, che pontifica sugli sprechi pubblici delle Regioni (e intanto taglia indirettamente servizi vitali agli enti locali) è così disattento da garantire 100 milioni di euro a una società partecipata dal ministero dell'Economia in palese difficoltà finanziaria dovuta a una gestione del bilancio che con il senno di poi si può definire quanto meno sospetta». Meditate, gente.

E poi c'è il regalo di Marino. Che da un lato fa il moralizzatore, quello con cui «gli affari sono finiti». E dall'altro meno di due mesi fa ha firmato una delibera per la quale Salvatore Buzzi avrà stappato una bottiglia di champagne. Il 24 ottobre quel documento stabilì di dare alla cooperativa «29 Giugno», presieduta da Buzzi, braccio operativo di Massimo Carminati, la concessione dello stabile comunale di via Pomona a Pietralata (1.000 metri quadri coperti più 2.500 scoperti) a un canone di 1.229,40 euro mensili invece che i 6.147 euro valutati come canone congruo dall'ufficio stime del Campidoglio. Uno sconto di 4.917,60 euro mensili, pari a 59.011,20 annui, che corrisponde all'80 per cento della cifra totale. Trattamento di favore motivato dalla «valenza sociale delle attività svolte dalla cooperativa in tema di inserimento nel mondo del lavoro di persone in difficoltà». Una frase che fa sorridere amaramente, letta adesso. Quei 1.229 euro sembrano scandalosamente pochi per tutti, tranne che per il vicesindaco Luigi Nieri di Sel, secondo cui il mini affitto è meglio del niente pagato dalla cooperativa di Buzzi negli anni precedenti.

Contenti loro.

Commenti