I finti risparmi del viaggio di Stato in Cina. Ecco i super hotel del compagno "Di Mao"
9 Ottobre 2018 - 08:50Ha sbandierato sui social il biglietto low cost. Però ha taciuto gli alberghi di lusso
Il 19 settembre scorso il vicepremier Luigi Di Maio, accompagnato da una delegazione di circa 12 persone, si è imbarcato da Roma su un volo Alitalia diretto in Cina. Una tre giorni di incontri istituzionali, fitta di colloqui con esponenti della politica e dell'economia del Paese dell'Estremo Oriente. Ma lo stesso capo politico grillino, da subito, ha preferito mettere l'accento sulla forma più che sulla sostanza del viaggio. Così a far discutere è stato un video condiviso sui social network, dove si vede Di Maio - o Di Mao? - che sventola il biglietto della compagnia di bandiera con in bella evidenza l'indicazione della «classe» su cui viaggiava la squadra ministeriale: Economy, altro che Business Class come quelli della Casta. E il volo è di linea, non è mica l'«Air Force Renzi», dismesso dal M5s attraverso un altro filmato promozionale pubblicato sui social.
Infatti Di Maio commentava: «In partenza per la Cina. In missione per le imprese italiane. Si vola con aerei di linea ovviamente. Mai preso un volo di Stato in 3 mesi e mezzo da ministro, esattamente come vi avevo promesso». Peccato sia facile scivolare sulla buccia di banana del lusso, per chi a tutti i costi vuole vestirsi dei panni di francescano della politica. La rivelazione è de L'Espresso. E riguarda l'albergo dove Di Maio, portavoce e collaboratori hanno soggiornato a Pechino, dal 20 al 22 settembre. Nel cronoprogramma della missione istituzionale spunta una frase: «Trasferimento all'Hotel Four Season e check in». Si tratta di uno degli alberghi più lussuosi della capitale cinese, parte di una famosissima catena di hotel a cinque stelle extralusso diffusa in tutto il mondo. Per due notti, come nel caso di Di Maio e soci, si possono spendere, a persona, dai 406 euro in su. Fino ai 664 euro per dormire in una Ambassador Suite. Per l'Imperial Suite, la Chairman Suite e la Beijing Suite non sono disponibili i prezzi, ma bisogna contattare telefonicamente l'albergo. Tutte le camere sono lussuosissime e ricercate, con vista sullo skyline della città, l'hotel si trova nel quartiere degli affari e delle ambasciate.
Ad accompagnare Di Maio nel viaggio, tra gli altri, c'era anche Pietro Dettori. Assunto a Palazzo Chigi come esperto di social a 130mila euro l'anno, ex dipendente della Casaleggio Associati e per anni autore occulto di molti dei post sul vecchio Blog di Beppe Grillo, in prima linea nella battaglia «virale» contro i presunti sprechi e lussi della Casta. Gli uomini del vicepremier grillino si sono giustificati dicendo che le cifre sborsate (2-300 euro a notte) sono quelle di un quattro stelle e comunque in linea con le regole dei ministeri. Tutto, però, è molto lontano dalla sobrietà francescana su cui si è fondato il M5s e si fonda la comunicazione del «governo del cambiamento», tra «manovra del popolo» e «abolizione della povertà».
Di Maio è un habitué di Four Season, avendo soggiornato in un hotel della stessa catena anche ad Il Cairo a fine agosto. La società è una multinazionale canadese, posseduta dalla Cascade Investments di Bill Gates e dalla Kingdom Holding Company di proprietà del miliardario principe saudita al-Walid bin Talal.
Poteri «fortissimi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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